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sabato 1 novembre 2008

Piano Regolatore Portuale a La spezia


di Corrado Cucciniello


Nell’incontro preliminare ebbi a rimarcare il problema del grande disagio patito dalle popolazioni del Levante spezzino mostrando anche del materiale fotografico che riproduceva le emissioni delle navi ormeggiate nel porto. Elencai anche le altre fonti di emissioni nocive che inquinano l’aria nei quartieri ad est: al primo posto i TIR che freneticamente e rumorosamente muovono a pochi metri dalle case migliaia e migliaia di containers ( quando si parla di efficienza e performance bisognerebbe ricordarsene), i carri ponte che li prelevano dalle navi per metterli sugli autotreni dove è sempre presente l’autista, i locomotori a gasolio ect. Parlai anche della delibera comunale dell’aprile 2007 che modifica il piano di zonizzazione acustica nel quartiere di Ruffino consentendo in pratica ai gestori dei cantieri navali di fare più rumore.
Criticai anche la disposizione della commissione VIA nazionale che come dire, “ripiega” su una valutazione dell’impatto ambientale delle singole fasi del PRP rispetto alla direttiva 337/85 CE che sensatamente prevede una valutazione complessiva. Perché insomma non bisogna dimenticare che in questo Golfo non vi sono ‘solo’ i 300 mila ed oltre mq di nuovi interramenti sui quali verrà riversato un altro milione di containers ma vi sono anche quelli voluti dalla cantieristica che ha presentato pure essa progetti di espansione. Vi sono poi in odore di cantiere interventi che cambieranno - è il caso di dirlo ’ i connotati ‘ al fronte mare cittadino ( da Calata Paita al Mirabello) con gettate di cemento per centinaia di migliaia di metri cubi. Vi è la questione dell’ampliamento del rigassificatore favorito dalla sciagurata legge 159/2007 voluta dal Governo Prodi. Per questo noi crediamo che il confronto debba essere allargato anche a tutti i soggetti che nel Golfo hanno voce in capitolo.
Come associazione da tempo ci siamo persuasi che tutti questi temi, in particolare l’ultimo, ovvero quello di una precisa definizione degli effetti cumulativi determinati dalle opere che ho menzionato non siano -per chi le ha pianificate ed approvate- una vera priorità. Tuttavia intendiamo scoprire se l’o.d.g. regionale di cui oggi si discute - a quasi 2 anni dalla sua approvazione! - potrà essere un’occasione per ragionare almeno una volta e seriamente non solo in termini di profitto ed interesse ma anche in termini di tutela della vita (intesa come ambiente e salute).
E’ doveroso a questo proposito informare che i dati atmosferici relativi delle polveri fini a Fossamastra ( del Canaletto non si sa più nulla) relativamente al periodo giugno –settembre tornano ad essere veritieri e preoccupanti. Nel senso che dopo cinque mesi di esiti inattendibili -cioè quelli da gennaio a maggio 2008 nei quali si legge di medie addirittura sotto i 20 mcg/mc e di minimi di 2 mcg/mc - siamo di nuovo nella situazione del 2007. Tenendo conto anche che a luglio vi è stata una dozzina di giorni di fermo apparecchiature.
Per contro -oltre a non riscontrare attenzione a questi problemi- veniamo spesso accusati di voler rallentare o far venire meno l’attuazione di una pianificazione che si ritiene essere l’unico scenario a cui la nostra città può guardare. Noi che rappresentiamo i cittadini chiediamo che al tavolo che si sta cercando di costituire venga rispettata una disposizione ( quella della VIA nazionale appunto ) che prevede l’opzione di riconsiderarlo questo scenario, ponendo al centro del dibattito aspetti sin ora elusi come il coinvolgimento ed il giudizio del pubblico, la garanzia di un’estesa ed efficace rete di controlli ambientali, un’obiettiva lettura delle ricadute economiche derivanti dall’attuazione del PRP. Dai quali aspetti -dobbiamo rammentarlo- discenderanno scelte che segneranno a lungo il futuro della città e del suo entroterra. Mi riferisco naturalmente a quelle che si possono dire irreversibili come la modifica della linea di costa o la realizzazione di una viabilità di servizio al traffico delle merci che -oltre ad essere invasiva ed inadeguata- osserviamo, privilegia ancora il trasporto su gomma. Purtroppo mentre ci accingiamo -forse- a fare una disamina di più ampio respiro che non tocca solo le esigenze degli operatori portuali, gran parte di queste scelte sono già state fatte. Molte opere sono state definite, approvate, finanziate … non per questo, ci teniamo a dirlo, ci rassegniamo a ciò che ci viene imposto come una ragion di stato

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