SOStieni il bene comune
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venerdì 6 aprile 2012

Nuove liste. Prima mossa: rubare

Qui a fianco potete ingrandire l'immagine e la prova come rifondazione comunista a Genova, ma non solo, dimostri di non avere NESSUNA etica politica e di comportarsi in modo scorretto rubando.

APPELLO URGENTE
Ci servono con estrema urgenza avvocati competenti in diritto civile e amministrativo.

Il nostro soggetto politico, oltre ad essere stato rapprersentato in Parlamento da Fernando Rossi nel 2008, è stato anche utilizzato nazionalmente alle elezioni politiche dello stesso anno. Per tutelare il nostro patrimonio di idee e di persone abbiamo depositato le denominazioni "Bene Comune" e "Per il Bene Comune" all'Ufficio Nazionale Brevetti e Marchi.
Recentemente i partiti (dai quali noi siamo ben distinti e distanti, in quanto li consideriamo complici dell'attuale condizione nella quale si trovano i cittadini), per evitare di presentarsi con il loro nome, ci hanno letteralmente RUBATO il nostro nome, presentando liste elettorali per le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio.
Si tratta di persone e liste che, a seconda dei posti, sono composte da personaggi dell'UDC, di IDV, di PRC, di SEL e del PD.

Se ci sono avvocati disponibili (chiederemo consistenti risarcimenti danni e garantiamo una percentuale sul riscosso), prego mettersi in contatto con me (presidente@perilbenecomune.net) o con l'ex Sen. Fernando Rossi /338 2826217) con estrema urgenza.

Per favore, anche se non siete aderenti o simpatizzanti di Per il Bene Comune, aiutateci a difendere i nostri diritti contro questo vero e proprio furto di identità. Di seguito il comunicato ufficiale che abbiamo divulgato

martedì 3 aprile 2012

Comunicato urgente - liste elettorali

Ferrara, 2/4/2012
La presidente del movimento politico di Liberazione PER IL BENE COMUNE, Monia Benini, si è vista costretta a segnalare agli uffici elettorali dei comuni interessati che sono in corso tentativi di presentazione di liste elettorali NON autorizzate che riportano una denominazione, e quindi un elemento caratterizzante il nostro simbolo, già utilizzata nelle elezioni politiche 2008 e che è legalmente depositato anche presso l'Ufficio Brevetti e Marchi a tutela delle denominazioni "Bene Comune" e "Per il Bene Comune".

Spiace rilevare che la maggioranza di tali abusi è organizzata da persone legate ai partiti del centrodestrasinistra , che in tal modo puntano ad intercettare voti da utilizzare per avere consiglieri di comodo e/o appoggio ad eventuali ballottaggi.

Ciò rende tali liste doppiamente lesive, non solo dei diritti legali ed elettorali di PBC , ma anche del nostro progetto politico che è totalmente alternativo ai partiti del centrodestrasinistra.

Per l' Ufficio Stampa di PBC
sen. Fernando Rossi
Tel. 338 2826217

martedì 20 marzo 2012

Convegno: Economia e finanza per il benessere dei popoli

Sabato 24 marzo, dalle ore 9,30 alle 19, presso la Sala Consiliare del Comune di S. Ambrogio, Val di Susa (TO), il Movimento Politico di Liberazione Per il Bene Comune, in collaborazione con Etinomia, Rete di Imprenditori Etici della Val Susa, ha organizzato il convegno nazionale: Economia e finanza per il benessere dei popoli, patrocinato dallo stesso Comune di Sant’Ambrogio.

La globalizzazione finanziaria, il debito dello stato, le speculazioni e gli attacchi delle agenzie di Rating; il ruolo della BCE; l'uscita dall'Euro; la moneta debito (o signoraggio): questi sono alcuni dei temi che saranno trattati durante l'evento. Ma si discuterà anche dell'opportunità di pubblicizzare Bankitalia, della necessità di una moneta del popolo e dell'utilità di introdurre monete complementari. Inoltre saranno illustrate la Modern Money Theory, la decrescita felice e la Modern Wellbeing Theory. Particolare rilievo sarà inoltre attribuito alla funzione sociale dell'imprenditoria privata, alla sovranità nazionale e agli scambi economici internazionali. 

martedì 3 novembre 2009

Non abbiamo bisogno del Nucleare



L’8 e 9 novembre 1987 l'Italia ha sancito con 3 quesiti referendari l’abbandono “di fatto” del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico.
In occasione dell'anniversario di questo evento, noi di Per il Bene Comune chiuderemo ufficialmente la raccolta delle firme per la petizione popolare “NON ABBIAMO BISOGNO DEL NUCLEARE”, con una conferenza a Roma a cui parteciperanno vari esperti di fisica nucleare, tra cui i fisici prof. Angelo Baracca e il prof. Guido Cosenza, il presidente di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, Federica Fratini dell'associazione Mondo Senza Guerre e Monia Benini, presidente di Per il bene comune.
La nostra petizione, lanciata a settembre del 2008, ha raccolto fino ad ora più di 50.000 firme, che verranno poi consegnate alle Istituzioni.
Ti chiediamo di fare un ulteriore sforzo in questi ultimi giorni per diffondere questo messaggio, invitando associazioni e comitati a dare la loro adesione e contribuire alla raccolta delle firme.
I moduli per la raccolta sono scaricabili alla pagina della petizione clicca qui >>
e potranno essere consegnati a mano l’8 novembre a Roma, o spediti alla nostra sede nazionale:

Per il Bene Comune
P.le della Stazione, 15
44100 Ferrara (FE)

È importante l’aiuto di tutti: Associazioni, Comitati, singoli cittadini: tutti sono invitati ad aderire e a dare una mano per questo sprint finale. Aderisci, divulga, invia questo messaggio ad amici e conoscenti, mettilo su Facebook, su forum, meetup e blog. Facciamo rete e soprattutto... alziamo la voce!

Vi aspettiamo tutti l’8 novembre a Roma dalle ore 15.30 presso il Kaire Hotel di Roma, a via Maffeo Vegio, 18.
P.S. Il luogo dell'evento è 10-15 minuti a piedi dalla fermata
Monte Mario del treno metropolitano, per il percorso clicca qui >>


mercoledì 21 ottobre 2009

Terza Assemblea Nazionale PBC - Insieme... Per il Bene Comune



Programma Terza Assemblea Nazionale PBC


Sabato 24 ottobre ASSEMBLEA NAZIONALE



Sede nazionale di Per il Bene Comune


Ferrara, Piazzale Stazione 15 - I piano (di fronte alla stazione ferroviaria)

  • Ore 10,00 Registrazione partecipanti

  • Ore 10,30 Inizio lavori – Introduce Monia Benini (problemi, priorità, prospettive)

  • Ore 11,15 Illustrazione risoluzioni e documenti che andranno al voto in serata


  • Ore 12,30 13,30 - Varie ed eventuali (spazio per osservazioni, rilievi e proposte)

  • Ore 13,45 Pranzo di lavoro presso vicino self service, con tavoli tematici in cui discutere eventuali modifiche alle proposte, per agevolare i lavori dell'assemblea.

  • Ore 15,00 Discussione e votazione risoluzioni e documenti

  • Ore 18,00 Illustrazione, discussione e votazione sulle proposte di modifica dello Statuto e del Manifesto Etico, e di inserimento di un preambolo nel Progetto;

    Elezione del coordinatore del settore Lavoro.

    Sorteggio dei componenti degli organi di Garanzia. Presentazione bilancio.

  • Ore 20,00 Termine lavori dell’assemblea nazionale.




Domenica 25 ottobre TESTE LIBERE Per il Bene Comune incontra...


Ferrara - Hotel Astra, Via Cavour 55

  • Ore 09,30 Seduta pubblica


  • Ore 14,00 Pranzo sociale riservato agli aderenti PBC. Ad ogni tavolo ci sarà un personaggio ospite ed un componente del nostro coordinamento nazionale. Gastronomia particolarmente curata.



Contatti: fax 0532 52148

mail info@perilbenecomune.net

Per tutti:


Documenti e proposte devono essere indirizzate al coordinamento rigorosamente entro il 15 ottobre alle ore 12.00
Per rinnovare le adesioni o aderire per la prima volta è possibile farlo in qualunque momento, ma per avere diritto di voto in questa assemblea è obbligatorio aderire entro e non oltre il 20 ottobre, in modo da permettere agli organi di garanzia nazionali di verificare la scheda di adesione e redigere l’elenco degli aventi diritto
Per ragioni organizzative, sarebbe opportuno in ogni caso segnalare la propria partecipazione alla assemblea entro il 22 ottobre, via mail


Per gli aderenti:


le candidature per gli organi di Garanzia devono pervenire rigorosamente entro il 15 ottobre alle ore 12.00.
Le richieste per il pernottamento gratuito a Ferrara devono pervenire via fax o via email entro il 20 ottobre (oltre non sarà garantita la copertura della spesa).
Per aderire subito troverai su questo portale alla voce adesioni tutte le indicazioni utili.

mercoledì 23 settembre 2009

No inceneritori, gassificatori e biodigestori... Paul Connett a Genova


Conferenza stampa di Paul Connett
la diretta web inizierà dalle ore 12.00

(se vi siete collegati prima delle ore 12.00
aggiornate la pagina se non vedete le immagini della diretta)


Alla Conferenza Stampa sarà presentato il no allo scenario di separatore-gassificatore-biodigestore che il Comune di Genova ha approvato, insieme al no a cdr e combustione, denunciando le inadempienze della Regione Liguria che mantiene la raccolta differenziata ai livelli più bassi del nord Italia.

Sarà presentato il fondamento e la praticabilità di Rifiuti Zero, smentendo strumentalizzazioni e distorsioni pericolose. In questo senso sarà distribuita alla stampa e resa pubblica la lettera di molti Comitati e Coordinamenti nazionali da nord a sud.






La giornata di Paul Connett a Genova si inserisce nelle iniziative dell'"OTTAVA GLOBAL DAY OF ACTION AGAINST INCINERATORS e proseguirà con la visita ad alcuni siti genovesi, per poi proseguire con altri appuntamenti in Italia.

per ulteriori informazioni:
Casa della Legalità - 392.4682144
Rete Liguria Rifiuti Zero - 340.0973221

martedì 18 agosto 2009

Gazebo raccolta firme per dire NO al Nucleare a Recco


Sabato 22 agosto dalle ore 9.30 fino alle 19.30 si terrà a Recco (GE)
in Piazza del comune ( piazzale Nicoloso - Recco) un banchetto di
raccolta firme per la petizione per il NO al nucleare, se vuoi partecipare ed aiutarci
ti aspettiamo con piacere, grazie.

per ulteriori info scrivere a: liguria@perilbenecomune.net

giovedì 11 giugno 2009

Savona, mercoledì 10 giugno 2009


Nella premessa che la mia decisione di accettare la candidatura in una lista civica "PER IL BENE COMUNE" è stata dettata dalla consapevolezza che nel programma alquanto celato del PD L, vi è la costruzione di un inceneritore ed un ulteriore gruppo a carbone della centrale Tirreno Power di Vado Ligure, (all'epoca, oggetto anche delle mie dimissioni pubbliche di ogni forma di collaborazione con tale movimento politico), tali progetti mi hanno indotto alla decisione alquanto sofferta, quella di dover scendere in campo all'ultimo momento, perfettamente conscio di essere senza "esercito ed armi", con preventivo di spesa depositato in Tribunale di solo 800 euro, quindi nella consapevolezza che con tali risorse non sarebbe stato possibile una minima campagna elettorale sull'intera provincia, pur tuttavia sapendo delle conseguenze che un inceneritore ed un ulteriore gruppo a carbone potrebbero avere sulla salute dei cittadini tutti, (come risulta dalle relazione scientifiche di numerosissimi medici, biologi e ricercatori) ho deciso di fare, comunque, ancora la mia parte consapevole di tutte le notevolissime difficoltà di ogni genere che avrei incontrato e che puntualmente si sono presentate.
ll nostro programma è stato realizzato con la collaborazione di alcuni medici dell'ISDE, Associazioni Ambientali, Comitati e non solo; la sola difficoltà era fare arrivare il programma composto da 4 fogli a casa di 240.000 elettori, ovviamente non è stato possibile, ci siamo stampati in proprio circa 3.000 fogli, che equivalgono a circa 600/800 programmi messi da noi in alcune cassette delle lettere ed abbiamo ottenuto 615 preferenze!!. Ovviamente è stata utilizzata anche la rete per la diffusione.
Abbiamo provveduto personalmente ad affiggere i manifesti negli spazi elettorali a noi assegnati, ovvero il 7 ed il 13, senza foto e slogan, solo la lista; immediatamente dopo venivano coperti da altri importanti partiti che non avevano titolo di usufruire di tali spazi, in quanto avevano i loro propri assegnati; ci viene riferito che numerosissimi elettori sono stati contattati e con la scusa del voto utile, veniva riferito loro che il voto alla nostra lista sarebbe andato perso comunque, appare persino troppo evidente che con queste premesse le preferenze sarebbero venute meno; abbiamo cercato ripetutamente attraverso alcuni media di ottenere incontri televisivi a due, prima con Vaccarezza e poi con Boffa, proprio per un raffronto sul programma riferito alla tematica incenerimento rifiuti e su specifici ulteriori temi ambientali, ovviamente non abbiamo avuto risposta alcuna.Fatto inconsueto è stato quando all'entrata del mio Seggio incontro un amico di vecchia data e sempre presente alle mie conferenze sul territorio in temi ambientali, dopo avermi salutato amichevolmente esclamava: "Caro Renzo, ho votato Lega perché sono un leghista da vecchia data anche se so che sono favorevoli all'inceneritore, anche perché so che, comunque, ci sei poi tu a vigilare e non lo permetteresti ...". Ovviamente non avevo risposta alcuna da dare e mi sono sentito ancora più disarmato.Non possiamo certamente dire che il voto espresso dai cittadini sia stato un voto amministrativo, certamente è stato un voto basato su immagini, slogan, cene ed aperitivi, nulla o poco su programmi concreti e come risolvere tematiche di notevole rilevanza, con queste tristi ma reali considerazioni, giova poter comunicare che le nostre battaglie in favore della salute e dell'ambiente continueranno senza soluzione di continuità e non dimentichiamoci che già nel lontano 1986, facemmo chiudere un inceneritore a Zinola che bruciava 50t. di rifiuti al giorno e che tuttora sono in corso studi su patologie e decessi da incenerimento rifiuti, sia in Italia che in Francia. La promozione di un importante esame epidemiologico espletato dall'IST ed ASL. L'installazione di deodorizzatori nel depuratore, primi in Italia. Adeguato monitoraggio delle polveri sottili. Esame delle acque potabili - pozzi adiacenti al Quiliano. Discarica Passeggi e così via.... Questi e tanti altri sono stati miei impegni sia in veste di Consigliere della IV Circoscrizione del Comune di Savona che come Presidente del Comitato in Difesa dell'Ambiente di Legino e Zinola.
Nonostante il modico numero delle preferenze ottenute possiamo dichiarare che durante il ballottaggio non intendiamo schierarci né a destra, né a sinistra, né al centro.
Renzo Briano

lunedì 4 maggio 2009

Elezioni Provinciali a Savona: il programma della lista "Per il Bene Comune"


PROGRAMMA ELETTORALE
PER LA PROVINCIA DI SAVONA



  1. Ambiente, Natura e Territorio

    • Obbligo di depotenziamento e completa metanizzazione dell’intera centrale Tirreno Power di Vado Ligure attraverso l’ eliminazione dei due inquinanti gruppi 3 e 4 a carbone attualmente in funzione, lasciando il gruppo a metano da 760 Mw, meno inquinante del carbone e che da solo produce già il doppio dell’energia consumata in Provincia di Savona (Fonte Terna nazionale). La Liguria produce già il 56% in più del fabbisogno Regionale e l’ARPAL nel 2001, accertava e documentava sia un deserto di licheni che la più alta concentrazione di radioattività delle quattro province prodotta dalla combustione del carbone. Studi di biomonitoraggio del Prof. Luigi Nimis e Prof. Massimiliano Lupieri hanno dimostrato nel savonese complessivamente livelli di inquinamento tra i più alti d’Italia e maggiori di quelli della pianura Padano Veneta, nonché un litorale marino davanti a Vado Ligure saturo di metalli pesanti, in particolare arsenico – (Biomonitoraggio del SO2 (anidride solforosa) e l’inquinamento da metalli pesanti nei licheni e nelle cortecce degli alberi del Savonese);

    • Avvio di urgente ricorso al TAR e/o ogni atto opportuno finalizzato all’impugnazione di ogni provvedimento amministrativo che consente l’ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power, ovvero dell’ulteriore gruppo da 460 Mw;

    • Realizzazione di studi corretti sulla qualità ambientale attraverso un adeguamento dell’ ARPAL provinciale alle normative di legge, (con particolare riferimento alla misurazione degli inquinanti PM10 e PM 2,5 su tutto il territorio Provinciale),con riferimento alle linee guida dell’ OMS e della UE , anche attraverso la collaborazione con strutture universitarie;

    • Attuazione di uno studio epidemiologico correlato allo studio della qualità dell’ aria condotto in maniera coordinata, al fine di individuare le aree della provincia maggiormente inquinate in rapporto alle attività umane, ed eventuali correlazioni fra maggiori inquinamento e incidenza di malattie da espletarsi, possibilmente, da una Università fuori della Regione Liguria, in collaborazione con l’Ordine dei Medici;

    • REVISIONE DELLE PIANIFICAZIONI PROVINCIALI IN MATERIA DI RIFIUTI per attivare la promozione, con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni comunali coordinate nell’ATO, di una raccolta differenziata porta a porta di qualità controllata e conseguente tariffa puntuale finalizzata al riciclo-riuso-recupero dei materiali e alla produzione di compost di qualità, attraverso filiere certe ed incentivate in ambito locale, secondo i principi di Rifiuti Zero che prevedono la minimizzazione delle frazioni da smaltire attraverso investimenti mirati nella fase di raccolta e reimmissione nel circuito produttivo e di utilizzo di beni e materiali. A tal fine si prevede l’analisi della frazione residua e l’avvio di fasi di studio dei materiali e prodotti critici. Tale prospettiva permetterà il raggiungimento di alte percentuali di raccolta differenziata (verosimilmente intorno al 90%) , la creazione di imprese alternative e finalizzat e alla salvaguardia ambientale, il rispetto della salute dei cittadini, l’innovazione tecnologica; ciò evitando il ricorso all’ incenerimento e a nuove discariche attraverso un ciclo responsabile di gestione che dice NO alle combustioni, ai liquami tossici, alla produzione di CDR (combustibile da rifiuti);

    • SAVONA RIFIUTI ZERO E’ OPPORTUNITA’ PER LA SALUTE E PER LE NUOVE POSSIBILITA’ DI MERCATO CHE L’INNOVAZIONE PUO’ OFFRIRE

    • Precisi impegni in merito al piano rifiuti volti al superamento della produzione di CDR e all’attivazione di direttive affinché lo stesso CDR (anche se proveniente da altre aree geografiche) non venga utilizzato in impianti situati ed attivi nell’ambito provinciale (es: centrali elettriche, cementifici, inceneritori ecc.). Tale tipo di combustibile (CDR), come è noto, sarebbe più dannoso e pericoloso di un inceneritore di (RSU) rifiuti. Non a caso l’Amministrazione precedente è caduta proprio in tema di rifiuti e discarica Passeggi, quest’ultima contenente centinai di t. di rifiuti speciali accatastati da anni e prodotti da un vecchio inceneritore chiuso nel 1986 a seguito di esposto all’Autorità Giudiziaria;

    • Controllo costante in merito della bonifica della discarica Passeggi con accertamenti dal punto di vista chimico con campionamenti delle acque a monte ed a valle della discarica per valutarne il rilascio di metalli pesanti e il rischio di inquinamento ambientale, visto e considerato che precedenti accertamenti rilevarono valori di metalli pesanti superiore a quelli indicati nel D.M. 471, nonché verifica della possibile contaminazione delle acque che infiltrandosi scorrono nel rio Madonna del Monte che, a sua volta, confluisce nel fiume Quiliano, nel cui letto sono ubicati più pozzi per l’acqua potabile. Analoghi controlli anche in per tutte le discariche della Provincia ed in particolare la Ramognina;

    • Controlli seriati al fine di garantire un buon funzionamento dei depuratori ed incentivarne la realizzazione laddove non ci sono;

    • Obbligo di installazione impianti per solare termico e fotovoltaici, su edifici di competenza provinciale. Congrui investimenti in favore delle energie rinnovabili, eolico, solare termico e fotovoltaico, in particolare la realizzazione del progetto eolico ad alta quota, ovvero KITE WIND GENERATOR

    • Obbligo di adottare i più moderni sistemi antisismici e di isolamento termico per i nuovi edifici in tutta la Provincia di Savona;

    • Obbligo di tutela ambientale del territorio provinciale nel rispetto dei beni paesaggistici- storico- ambientali e della rete natura 2000, comprensiva degli habitat naturali, nonché delle relative specie animali e vegetali.




  2. Cultura, Formazione ed Istruzione

    • Promozione di una campagna informativa capillare, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado sul risparmio energetico, raccolta differenziata, salute, ambiente e territorio, anche con la collaborazione di Associazioni di volontariato attive sul territorio (Scout, Gruppi Parrocchiali, Associazioni Sportive, Culturali e SMS, ecc..-Incentivazione di ogni iniziativa finalizzata alla cultura del mare, della vela e dello sport in genere, per giovani, meno giovani e, principalmente, per diversamente abili.-Messa in sicurezza tutti gli edifici scolastici per quanto di competenza.-Promozione di incontri con residenti appartenenti ad altre culture, paesi e religioni, soprattutto nelle Scuole al fine di una fruttuosa ed auspicata integrazione nel rispetto delle regole vigenti del paese ospitante.


    • Collaborazione con il CESAVO e le Associazioni presenti sul territorio per la creazione di una Provincia solidale, dando vita a iniziative c he promuovano la cultura e l’opera del Volontariato;

    • Promozione dell’integrazione degli immigrati , lavorando a una Consulta Provinciale delle varie associazioni ed a un tavolo interreligioso;

    • Promozione progetti di Cooperazione Internazionale Decentrata;

    • Promozione delle dinamiche di integrazione delle persone diversamente abili e mette in atto quanto possibile per il superamento delle barriere architettoniche e mentali;

    • Promozione di iniziative finalizzate ad aiutare le famiglie con persone diversamente abili, in stato di disagio o sofferenza per motivi sociali.

    • Collaborazione con Associazioni e le Agenzie formative (Università, Agenzie per il Supporto delle Autonomie Scolastiche, ecc.) al fine di creare, soprattutto nei giovani, ma non solo, una mentalità accogliente ed aperta a tutte le problematiche sociali, culturali e politiche.

    • Promozione iniziative formative/culturali per la scu ola in collegamento con altre città europee, favorendo scambi culturali e progetti didattici europei.

    • Promozione ed incentivare di iniziative culturali favorendo associazioni e artisti già presenti sul territorio come gruppi teatrali, gruppi musicali (musica classica, musica antica e di folklore locale) allo scopo di valorizzare turisticamente i luoghi di pregio artistico della nostra provincia e ottenere così un salto di qualità culturale tanto auspicato.




  3. Lavoro

    • Controlli seriati circa l’obbligo di inserimento in organico nella P.A. concernente la Provincia di personale appartenente alle categorie protette, ovvero con handicap (uno ogni 15), nonché le verifiche finalizzate al controllo delle mansioni effettivamente compatibili con la diminuzione dell’attitudine al lavoro dell’invalido assunto e/o da assumere;

    • Incentivo alle opportunità di lavoro, con una intermediazione seria tra domanda e offerta, favorire l’inclusione sociale e le pari opportunità, e offrire servizi specifici di orientamento e di consulenza alle Aziende in tema di lavoro;

    • Promozione di iniziative che consentono un turismo intelligente, che non sia “ mordi e fuggi” ma che contribuisca allo sviluppo ed alla crescita sia del territorio che del fruitore;

    • Promozione di ogni iniziativa in favore dell’agricoltura biologica ed una sana e corretta alimentazione (soprattutto nelle scuole);



  4. Organizzazione uffici provinciali

    • Ridimensionamento del compenso mensile del Presidente ed Assessori, in linea con gli standard Europei.-Razionalizzazione ed ottimizzazione degli uffici provinciali e delle risorse umane. Evitare in poche parole l’esistenza di uffici inutili e gravosi per il contribuente. E’ garantito in ogni caso il lavoro al personale esistente con inserimento in Enti locali territoriali (Regione, Provincia, ASL, Tribunale, con mansioni di pubblica utilità)




  5. Turismo, Viabilità e Trasporti

    • Promozione di una viabilità snella e intelligente, con infrastrutture compatibili con il rispetto ambientale: mezzi pubblici a basso impatto ambientale, elettrici e misti. Non è più accettabile nel 2009 che l’unica via di accesso tra Savona i Finale Ligure rimanga chiusa per svariati mesi all’anno a causa di cedimenti, creando ai cittadini notevolissimi disagi di ogni genere, specialmente economici

    • Realizzazione di un approdo alla francese a Zinola, (ovvero un piccolo porto), senza speculazione edilizia, con posti barca dai 4 ai 12 m., non oltre, con apposito sollevatore per i diversamente abili. Ciò significherebbe incentivare la nautica, il turismo, la riqualificazione della zona, lasciando intatte le spiagge, anzi ampliandole dai ritorni di maree, si aumenterebbero posti di lavoro, verrebbe creata una barriera che impedirebbe l’allag amento della parte storica di Zinola.

    • Destinazione del tratto autostradale tra Savona ed Albisola a libera circolazione, facendola divenire Aurelia bis, con la costruzione di un nuovo tragitto autostradale all’interno, ovvero a monte.

    • Attuazione, per quanto concerne la piattaforma container di Vado Ligure, tutte le possibili iniziative che dipendono dalla Provincia per concretizzare ciò che i Cittadini di Vado Ligure hanno, palesemente, espresso con il Loro voto, durante il referendum promosso dall’Amministrazione Comunale di Vado Ligure, diritto dei medesimi Cittadini palesemente negato e calpestato.



Email: renzobriano@libero.it

Tel: 00393401964534

venerdì 1 maggio 2009

Banchetto itinerante in Provincia di Savona


Cari amici
i giorni 1 , 2, 3 Maggio (Venerdi, Sabato e Domenica)

chiunque fosse interessato a darci una mano, fermarsi un pochino ad un banchetto per la raccolta firme, o anche semplicemente farsi una chiacchierata insieme sul cos'è il Bene Comune, in generale e nel nostro territorio....
o banalmente saperne un po' di più......

siamo in provincia di Savona, abbiamo chiesto i permessi per Vado, Finale, Savona, Varazze etc.

Per trovarci un colpo di telefono a 3409509134
Un caro saluto
Pino Parisi

lunedì 27 aprile 2009

Nella guera contro la Moschea la rivincita dei figli del fascismo


Di Don Paolo Farinela


Sabato, fu il 25 aprile 2009 che rimanda al 1945, giorno convenzionale della Liberazione dal nazi-fascismo. In quel giorno, infatti, si concluse la 2a guerra mondiale e in Italia anche quella partigiana, con la liberazione di Parma, Torino e Milano, mentre a Genova, con la mediazione del card. Pietro Boetto e del vescovo ausiliare Giuseppe Siri, il generale tedesco Gunther Meinhold si arrese al Comitato di Liberazione Nazionale.Il 25 aprile è la Festa nazionale della Liberazione. Liberazione da chi e da che cosa? Ci siamo illusi che fosse Liberazione dai fascisti e, infatti, dopo 64 anni ci ritroviamo i nipoti dei fascisti di allora al governo dell´Italia di oggi. Ci siamo illusi di esserci liberati dalla dittatura e, infatti, oggi ci ritroviamo con un alieno buffo e tronfio, arricchito con iniquità, che fa prove di dittatura piduista. Ci eravamo illusi che il Parlamento fosse il luogo inviolato e inviolabile della libertà e della dignità di una nazione e, invece, ce lo ritroviamo pleonastico, cassa di risonanza di un vuoto spinto di pensiero, di ideali e di dignità: caravanserraglio di servi striscianti di un padrone a-morale.Il Parlamento oggi non è espressione del libero voto di liberi cittadini, ma un bivacco occasionale, approdo di prescelti per fedeltà al capo e padrone che da quando (s)veste formalmente incarichi «costituzionali», cioè da sedici anni, diserta sistematicamente ogni manifestazione della Liberazione, tranne quest´anno: gli è intrinsecamente estranea perché declama diritti, doveri, dignità, lavoro, poteri bilanciati. L´Ingordo vuole tutto per sé, compreso un parlamento prono e succube.A 64 anni dalla Liberazione fa impressione vedere Gianfranco Fini, pupillo di Giorgio Almirante, figlio di primo letto del fascismo mussoliniano, sedere sullo scranno della Camera dei deputati a svolgere il ruolo di terza carica dello Stato di diritto a garantire imparzialità e democrazia. Povera storia partigiana!Dopo oltre 60 anni dalla Carta Costituzionale che fu il frutto più maturo e più bello della Liberazione, Genova è ancora alle prese con la guerra della moschea, intrapresa dai discendenti degli sconfitti di allora che non hanno mai rinnegato le idee e il concetto di Stato sconfitti con il fascismo e la guerra. Gli sconfitti di allora vogliono la rivincita oggi e vorrebbero riportare all´ordine del giorno il sentire e la visione degradata di quello pseudo Stato che la Liberazione seppellì sotto milioni di morti. Ci stanno provando in tutti i modi e la sinistra, o quel che resta degli scampoli superstiti di essa, si adegua inneggiando alla statura di statista dei fascisti di sempre. Una cosa però è certa: un fascista resta sempre un fascista, anche se si vernicia da democratico similpelle.Per noi, la Liberazione è un evento che riguarda il mondo intero: la nostra Carta, infatti, non è solo garanzia, ma anche prospettiva per chiunque ad essa si adegua e s´inchina con rispetto per onorare tutti coloro che in qualsiasi modo l´hanno resa possibile, fino a sacrificare la vita per noi che oggi ne usufruiamo. Tutti, esclusi i fascisti e quelli di Salò.Di seguito alcune perle della Carta di cui andiamo orgogliosi. L´Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro (1), non sulla finanza o sulla rendita. Il popolo è sovrano, ma nei limiti della Costituzione (2) che nessun burattinaio può prevaricare. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua e di religione (3): non dice che Berlusconi è più uguale degli altri e sopra la Legge. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono indipendenti e sovrani (7), non complici e correi di indecenti ammucchiate. L´Italia ripudia la guerra (11) che è il vertice inebriante della civiltà e cultura di ogni tempo che ci ripaga di essere italiane e italiani in questi tempi decaduti. Resisteremo fin oltre la morte in difesa di queste conquiste che per noi sono anche un traguardo.

giovedì 23 aprile 2009

Si fatica a trovare i soldi per l'Abruzzo ma si trovano per i cacciabombardieri F35

Ricevo e inoltro
Pino Parisi

Dodici miliardi quelli che servono (così dice Maroni) per ricostruire l'Abruzzo colpito dal terremoto e 12,9 miliardi quelli che due giorni dopo il sisma, l'8 aprile, le Commissioni Difesa di Camera e Senato hanno deciso, alla chetichella, di spendere per 131 cacciabombardieri F35 (una produzione a guida americana, cui partecipano l'Italia, l'Olanda, la Norvegia, la Gran Bretagna e altri paesi) che servono in guerre d'attacco (per sfondare le linee nemiche) e possono trasportare ordigni nucleari.

In realtà i costi sono superiori ai 12,9 miliardi.Si arriva a 15 miliardi se si aggiungono quelli già stanziati e quelli per la base di Cameri (Novara) dove verranno assemblati gli F35. Inoltre, esperti come il generale Fabio Mini ci dicono che gli F35 devono essere affiancati dai caccia F22, i Raptor. Che non abbiamo, ma ce li hanno, inutilizzati, gli Stati Uniti e dai quali saremo costretti a comprarne un po'. Altri soldi da aggiungere.....

La Lockeed -- chi si rivede- capocommessa dell'F35, chiede di accelerare. Il contratto per gli F35 è una gallina dalle uova d'oro: i costi lievitano giorno dopo giorno. La Corte dei Conti americana ha stigmatizzato in un rapporto di pochi giorni fa un aumento del 17% dei costi negli ultimi 10 mesi. Considerato che la conclusione del programma è prevista per il 2026, la spesa lievitata e finale potrebbe essere 4-5 volte quella preventivata. Una montagna di soldi. In Europa le critiche a questo programma di riarmo trovano voce nei parlamenti. Solo in Italia non succede -- quasi- niente........

Si tratta di un programma di riarmo folle, che arricchisce e rilancia il business delle corporation delle armi e che ha costi così alti che metterà in forse la stessa operatività delle forze armate italiane. Magari avremo gli F35, ma non i soldi per farli volare. A meno che come risposta al terremoto non volgiamo aumentare le spese militari.Aggiungiamo a questo articolo alcune nostre considerazioni:-Il cacciabombardiere F35 non è un aereo da difesa, ma da attacco. Risulta quindi incompatibile con l'articolo 11 della Costituzione italiana.-Si tratta quindi di una scelta sciagurata ed immorale.-Ci sarà chi dirà, escludendo ogni considerazione etica, che gli F35 e tutto quello che ad essi è connesso porteranno lavoro alle aziende italiane e quindi creeranno occupazione. Il premio Nobel per l'economia Leontief ha dimostrato che a parità di capitale impiegato creano molta più occupazione le aziende a produzione civile di quelle a produzione militare. Meglio quindi ricostruire l'Aquila con criteri antisismici e recuperare i suoi monumenti

lunedì 20 aprile 2009

Ospedale, ospedaletto....

Ricevo ed inoltro
Pino Parisi


L'urbanistica del tappullo continua a dare il meglio di se a Genova come in tutta Italia. Che oramai le grandi opere pubbliche siano viste come un grande affare con cui signori privati ricevono imponenti finanziamenti pubblici per opere inutili o quantomeno evitabili è un dato acquisito. E' il caso dell'ospedale del ponente. Ora questa è una storia elettorale e finanziaria - di sanitario non ha nulla - che si trascina da anni, quando l'allora Presidente Biasotti decise che il nuovo ospedale del ponente si doveva fare nelle aree ex Miralanza a Rivarolo. Ovviamente non aveva consultato i suoi uffici, non aveva setito i cittadini, se l'era pensata da solo e da solo ha fatto un contratto con i proprietari dell'area - Pirelli Re - che prevede e prevedeva robustissime penali in caso di mancata costruzione. La zona era si centrale per la Valk Polcevera, ben raggiungibile e ben servita, purtroppo era troppo servita, circondata com'era da runorosissime linee ferroviarie, centri logistici, traffico ad alta intensità acustica e smog. In sostanza un sito bello per giocarci a nascondino - infatti era pieno di rumeni clandestini - ma non avrebbe mai superato le necessarie verifiche di legge.Non paghi di questa esperienza - che presto o tardi avra' effetti speciali sui conti della Regione Liguria - cambiati gli attori, il gioco resta lo stesso: dove lo facciamo l'ospedale del ponente? E giu' ipotesi e idee , in generale una piu' balzana dell'altra: da Fegino a Multedo da Cornigliano alle aree Marconi - con congruissimo guadagno per la Ericsson in prospettiva Erzelli - a chissa' dove.Ovviamente, il partito del cemento non si occupa di pianificazione , o meglio pianifica per i suoi interessi, non certo per quelli pubblici e le Amministrazioni Pubbliche dando prova di incredibile coerenza bipartisan si accodano all'opera di marketing nella speranza di raccattare voti qui o la.La domanda a cui tutti sfuggono è sempre la stessa: ma l'ospedale del ponente serve?Ecco diamo una risposta chiara e semplice: no. L'ospedale del ponente serve ai venditori di fumo , alle banche, ai costruttori, ai produttori di apparecchiature sanitarie, non serve alla popolazione.E questo lo dicono i numeri, numeri impietosi invero, che ci dicono che Genova è ben fornita di centri di eccellenza per le urgenze, non c'è un solo punto della città da cui non si possa arrivare in tempo utile in ospedale per avere le cure necessarie, e neanche mancano i posti letto per queste esigenze, quello che manca è tutto il resto. Mancano gli interventi a monte o a valle, l'assistenza domiciliare, i medici e i pediatri che vadano a casa la sera e la domenica, gli psichiatri in grado di intervenire per le urgenze festive, un controllo del territorio che impedisca le consuete risse con ferite -e ricoveri - davanti ai bar. Mancano anche i centri di riabilitazione post ospedaliera, le Residenze Assistite per anziani, giovani in difficoltà, malati terminali, mancano i centri di accoglienza per le famiglie dei ricoverati, i centri che distribuiscano i farmaci a prezzi sostenibili per i pensionati che campano con 500 euro al mese - e sono la maggioranza -. In assenza di una pianificazione fatalmente gli ospedali assumono il ruolo improprio di tamponatori del disagio e del malessere di tutta la città, ruolo che non hanno la vocazione e neanche le competenze per assolvere.Finisce che teniamo occupati per giorni e giorni posti in pronto soccorso e nei reparti, posti costosissimi per le finanze pubbliche , perchè non riusciamo, e forse non vogliono mettere mano ai veri nodi della sanita' e della assistenza, nodi che potrebbero essere affrontati a costi infinitamente piu' bassi di quelli attuali se una volonta' politica del tappullo e dello spot non lo impedisse.Gli ospedali a Genova ci sono, forse ce ne sono anche troppi, l'ospedale di Sampierdarena è un gioiellino che se potesse occuparsi di quello a cui sarebbe vocato basterebbe e avanzerebbe, poi ci sono gli altri ospedali del ponente: Voltri, Sestri, Pontex, sono piccoli e in certi casi poco funzionali, ma certo sarebbero piu' che sufficienti a rispondere alle esigenze vere , non gridate , dei residenti e comunque alcuni buoni e mirati investimenti in tecnologie e riqualificazioni edilizie basterebbero e avanzerebbero alla bisogna. Certo bisognerebbe aprire la pagina del dibattito pubblico, quella che lor signori e signorotti non vogliono aprire, mettere in chiaro numeri, priorita', vantaggi e svantaggi, quello che nessuno degli interessati al business vuol fare.Ma lor signori devono per fortuna - anche se temo non per molto - fare i conti con le leggi - quelle che non hanno ancora fatto a loro uso e consumo - e quindi la favola dell'ospedale del ponente, favola che cercano di venderci da anni restera' ancora per molto una gran bella favola.Pero' ci auguriamo che anche in questo caso la svolta impressa dalla sindaco Vincenzi nel caso della Gronda sia percorsa dalla Amministrazione Comunale e porti ad una soluzione partecipata e sostenibile del problema, i soldi ci sono, se ne potrebbero anche risparmiare molti, è la volonta' politica che latita. Andrea Agostinidel circolo nuova ecologia legambiente genova

venerdì 17 aprile 2009

Il Futuro non è scritto

Riceviamo dalla Casa della Legalità, pubblichiamo e partecipiamo

Pino Parisi

IL FUTURO NON E' SCRITTO...PER RIVAROLO E LA VALPOLCEVERA

GENOVA18 aprile 2009ore 15:30

Piazza Petrella

vai alla presentazionedella manifestazione

ed al VIDEO


martedì 14 aprile 2009

BOCCADASSE: MA CHE BELLA BOTTA !!!!

Ricevo da Andrea ed inoltro volentieri
Pino


La complicatissima vicenda della trasformazione dell'area della ex rimessa Amt di Boccadasse ha imboccato uno " svincolo " che fa intravvedere un lieto fine ( forse ).
La vicenda è risaputa e ancora da districare nei suoi risvolti giuridico amministrativi, ma , in attesa che l'inchiesta della magistratura faccia il suo corso e che la procura chiuda la partita ( im maniera ovviamente decisiva ), la strada che l'Amministrazione ha proposto nella assemblea di lunedi a Boccadasse ha tutte le caratteristiche per proporsi come una architrave delle politiche del territorio della Amministrazione della sindaco Vincenzi.

Il rispetto del piano regolatore, il non ricorso alle continue varianti, la scelta di ridurre il volume del costruito, la fine degli oneri di urbanizzazione a base cementizia e infine l'accoglimento delle idee e proposte dei cittadini e delle associazioni in un percorso partecipato in cui finalmente i cittadini sono in grado di dire la loro è una scelta da accogliere con massimo favore.

Lo schema è presto detto:

Innanzitutto chi decide sul territorio non è piu' il privato che propone e - nei fatti - dispone, ma l' Amministrazione Pubblica che prepara uno schema che tenga conto dell'interesse pubblico e delle osservazioni e proposte dei cittadini, dopo l'imprenditore e l'architetto di turno faranno il loro lavoro.
E in questo caso il SAU ( schema di assetto urbanistico ) preparato dagli uffici e fatto proprio dalla Amministrazione è una soluzione urbanistica di tutto rispetto.

In sostanza si concentra tutto il costruito in maniera da poter utilizzare al massimo l'area per l'uso pubblico, si evita la presenza di attrattori di traffico che in un'area gia' congestionata non dovrebbero proprio esserci, si garantisce un aumento dei posti macchina pubblici nell'area, si organizza la circolazione in zona in maniere da imprimere un ( possibile ) ordine a una circolazione che in alcune ore e in alcune stagioni è caotica e assordante.

Si garantisce una qualità abitativa ai nuovi residenti senza che si creino danni a terzi e salvaguardando l'identità storica dell'area ( per quanto possibile ).

Anche il proposto concorso di idee per la sistemazione dell'ampia zona a verde prevista è una buona scelta, anche in questo caso il verde non deve essere solo un elemento decorativo, ma deve essere immaginato per rendere fruibile quell'area e per allargare gli spazi pubblici di socialità per i residenti e per i numerosissimi visitatori. Anche in questo caso il parere dei cittadini residenti potra' essere illuminante.

Certo, non tutto è perfetto, le altezze del costruito si possono ancora " limare " i giardini previsti per gli appartamenti a piano terra vanno pensati in maniera di mantenere unità estetica e fruitoria all'area, i parcheggi ( che comunque saranno solo pertinenziali ) potranno essere ulteriormente ridotti e collegati alle sole nuove residenze previste, il risanamento dell'area è ancora tutto da definire e la situazione idrogeologica del sito è tutt'altro che di facile gestione. Pero' le promesse ci sono tutte. Non resta che andare avanti.

Andando avanti si potrebbe piu' in generale utilizzare lo stesso scema politico, amministrativo, giuridico, anche per altre importanti questioni in corso di definizione: l'area dei mercati generali di corso Sardegna, l'area Verrina a Voltri, la ex Caserma Gavoglio al Lagaccio, la prevista ridefinizione complessiva dell'area da via Degola a via Avio a Sampierdarena, l' area ex Miralanza a Rivarolo e molte altre.

Negli anni una cosa è andata sempre più chiarendosi: i cittadini non sono piu' disposti a lasciare porzioni del loro territorio in mano a speculatori che agiscono impunemente godendo della subalternità culturale dei tecnici delle amministrazioni e degli appoggi politici che la triade mattone , finanza, logistica hanno saputo garantirsi nei decenni.

Piu' che una botta a Bocadasse si è sentito risuonare un bel colpo, il rumore di un'applauso che ha il sapore di una ritrovata fiducia tra i cittadini e i politici che sono stati chiamati a rappresentarli.

andrea agostini
del circolo nuova ecologia legambiente genova

lunedì 6 aprile 2009

Music for peace, incubo egiziano da venti giorni stop alla frontiera


Ricevo ed inoltro
Pino Parisi

I resoconti che arrivano dal paese egiziano di El Arish, a cinquanta chilometri dal confine con Israele, potrebbero rivelare al mondo l´ennesimo spreco scandaloso di aiuti umanitari. Secondo i volontari dell´associazione genovese Music for Peace, bloccati ormai da venti giorni con il loro carico di 36 tonnellate di cibo, sarebbero, a stare anche alla denuncia dell´Autorità nazionale Palestinese, oltre diecimila le tonnellate di prodotti alimentari ferme a marcire sotto il sole, nei container parcheggiati nella città di 115 mila abitanti affacciata sul Mediterraneo.Stefano Rebora e gli altri volontari di Music for Peace sono partiti da Genova il 9 marzo in aereo. Quattro container erano arrivati al porto di Alessandria l´11 marzo e sdoganati il 16.La loro destinazione era la striscia di Gaza per portare gli aiuti, raccolti a Genova e in Liguria, alla popolazione palestinese che sta soffrendo le conseguenze delle operazioni militari israeliane. Ma dall´Egitto sono transitati solo i due container con i farmaci. Gli alimentari sono stati confinati nei depositi dell´organizzazione World Food Program assieme ad altre migliaia di tonnellate di prodotti provenienti da tutto il mondo.Le procedure per riuscire a convincere le autorità egiziane e israeliane a liberare il carico sono complicatissime.«Oggi, quasi con stupore, vediamo le 36 tonnellate del nostro carico imballate in pallets, come Egitto e Israele desiderano. L´ennesima richiesta delle autorità è stata esaudita. Quali saranno le prossime…?» si chiedevano ieri sul loro diario on line (http://www.creatividellan/ottemusicforpeace.org) i volontari genovesi.Stefano Rebora, presidente dell´associazione: «Una tarantella burocratica impressionante, in 14 missioni mai riscontrate tante difficoltà, o per meglio dire, l´impossibilità di portare gli aiuti a destinazione come in questo caso. Chiediamo aiuto alla Farnesina, cui abbiamo già rivolto numerosi appelli attraverso l´ambasciata. Sulla parola c´è l´impegno di tutti, i risultati però non ci sono».
Marco Preve

mercoledì 1 aprile 2009

«L’acqua è un diritto, non un bisogno. Nessuno può derubarci della vita»]


di Paolo Farinella


Il 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, a Istanbul in Turchia si è chiuso il V Forum Mondiale sull’acqua. Il documento finale si chiude prendendo per i fondelli l’umanità intera perché definisce l’acqua come «bisogno» non come «diritto». La differenza è abissale. Che sia un bisogno lo sanno anche i dementi «crociati» che portavano acqua davanti alla clinica di Eluana Englaro perché pensavano che la povera ragazza potesse bere a garganella. Eppure è vero che il nostro organismo per il 75% è acqua. Che l’acqua sia un diritto è la conseguenza logica e organica di tutte le carte (e le chiese) che parlano di «diritto alla vita». Già oggi un miliardo di persone non ha l’acqua minima per la sopravvivenza. I difensori distratti della vita in ogni forma e ad ogni costo non pensano che la mancata «idratazione necessaria» sia già una strage preventiva annunciata? Da un punto di vista ecclesiale cattolico, non dovrebbe esserci la scomunica immediata per chi procura la morte certa di uomini, donne e bambini appena nati?
Il Forum si limita ad esortare ad un uso più razionale dell’acqua e a lottare contro l’inquinamento delle falde acquifere. A riguardo Paolo Rumiz ( la Repubblica del 22-03-2009, p. 19) ci informa da par suo che l’alta velocità tra Firenze a Bologna per recuperare 22 minuti di tempo si è mangiata 81 torrenti, 37 sorgenti, 30 pozzi 5 acquedotti per un totale di km 100 di corsi di acqua. A questa seguirà anche l’alta velocità della Val di Susa che dovrebbe scavare sotto le montagne per 50 km e in Liguria siamo alle prese con la gronda in almeno 5 varianti, segno che anche il comune naviga a vista. Ci domandiamo: a quale prezzo di sistema e di civiltà? Vale la pena risparmiare 22 minuti di tempo e spegnere km 100 di corsi d’acqua? Il comune di Genova ha calcolato le conseguenze idriche della gronda? Dice un proverbio antico che coloro che Dio vuole perdere prima li fa impazzire e siamo certi che attualmente a livello mondiale e giù giù fino al più basso gradino del potere siamo governati da pazzi furiosi, incapaci di cogliere le esigenze di oggi e contemperarle con le necessità di domani. Ciechi che guidano altri ciechi.
Lo stesso giorno, il 22 marzo, come marziani venuti sulla terra una sessantina di persone si sono trovate, di domenica pomeriggio, in San Torpete per parlare dell’acqua «bene comune»: organizzatori e partecipanti hanno ragionato e riflettuto sulla necessità che i governanti proteggano la propria gente, i più deboli e i più vulnerabili che non riescono nemmeno a pagare il minimo consumo. I comuni dovrebbero garantire un minimo vitale/igienico di acqua gratis per ciascuno e far pagare il restante in base al consumo. Così non è e non sarà. In forza della legge Galli 36/1994 che riunifica acquedotti, fognature e depurazioni per una politica omogenea, il comune di Genova già nel 1996 ha pensato bene di considerare l’acqua non come «bene comune primario/essenziale», ma come «merce» quotando in borsa Amga spa ed esponendo quindi il «bene comune» alle follie del mercato e quindi alla speculazione finanziaria. Il gruppo «Iride» si sta fondendo con Enìa con sede a Reggio Emilia per gestire il servizio idrico integrato di tutto il nord Italia, secondo un accordo raggiunto nell’ottobre 2008 tra i sindaci di Torino, Genova, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Attualmente l’Iride ricava solo il 6% degli utili dall’acqua che quindi verrà messa in un calderone finanziario che avrà tutto l’interesse a sviluppare l’energia, i rigassificatori e le nuove centrali nucleari che un governo miope vuole reintrodurre (anche in Liguria), mentre l’acqua sarà tassata per distribuire utili ai soci a spese dell’eterno Pantalone che paga muto e rassegnato. Fino a quando sopporteremo pazientemente soprusi e furti senza nemmeno indignarci per essere derubati anche della vita?

martedì 31 marzo 2009

MAFIA a Genova?


Ricevo ed inoltro
pino parisi

Quelli che la mafia non la vogliono neanche vedere
NANDO DALLA CHIESA
MAFIA a Genova? Non sono stato chiamato a collaborare con Marta Vincenzi su questi temi. Ma visto che ne studio e scrivo da più di trent´anni, e che ho partecipato a diversi organismi istituzionali che se ne sono occupati, chiedo la parola. Suggerirei di assumere come primo riferimento, più che le opinioni dei singoli, la relazione della Commissione parlamentare antimafia del 2006, l´ultima a chiudere un´intera legislatura di lavoro. Vi si trovano ben trentadue pagine dedicate alla Liguria (più che all´Emilia; più che al Lazio), con numerosi riferimenti alla realtà genovese. Da cui emergono due dati: la dissonanza di opinione degli stessi protagonisti istituzionali circa l´esistenza in città della mafia, nelle sue varie forme; la buona incisività degli interventi comunque realizzati in diversi settori investigativi. Il primo dato riflette il cronico dibattito delle regioni del nord: c´é/ non c´è. E nulla lo illustra bene quanto la dichiarazione di una magistrata stimata come Anna Canepa: "Ho speso dieci anni della mia vita professionale per cercare il riconoscimento del reato di associazione di stampo mafioso a Genova", diceva alla Commissione, ricordando di non essere riuscita a ottenere la condanna per tale reato contro noti emissari di Cosa Nostra.
Il secondo dato (l´incisività di alcune operazioni) dimostra che la materia per intervenire c´era e si riproduceva a macchia di leopardo. Le organizzazioni mafiose qui non spadroneggiano sul territorio - era la sintesi della Commissione -, non sono contigue alla politica, ma esistono e tendono a insediarsi ulteriormente per una pluralità di motivi, anche strategici (la Francia, il porto, la Versilia, ecc). Basta leggere gli atti, dunque. Molti nomi sono già lì, se il problema è quello. A me sembra però che il dibattito sorto dall´allarme-denuncia di Marta Vincenzi sia soprattutto un "già visto" in piena regola. Trent´anni fa tipico (per malafede) delle regioni del sud. Da un po´ di tempo tipico (per impreparazione) delle regioni del nord. Con le consuete, e dannose, interferenze della ragion politica. L´altro giorno, solo per fare l´ultimo esempio, il prefetto di Parma ha smentito Saviano sulla presenza della camorra in città. Ma la magistratura emiliana competente lo ha subito smentito a sua volta: a noi invece risulta e ci stiamo indagando; le sono già stati confiscati dei beni, addirittura (come alla mafia a Genova, peraltro). Ancor più clamoroso fu il caso del procuratore generale di Milano che nel ´92 aprì l´anno giudiziario smentendo che vi fossero prove di una presenza della mafia in città e provincia. Era una polemica indiretta contro chi, in consiglio comunale, aveva chiesto e ottenuto una commissione d´indagine sulla mafia. Bene, nei tre anni successivi la Procura di Milano arrestò migliaia (migliaia!) di membri delle cosche calabresi. E il maxiprocesso relativo si concluse con più ergastoli di quanti ne avesse mai irrogati un tribunale siciliano o calabrese. Occorre conoscenza, dunque. E guardia alta, molto alta.Qualche mese fa dei signori con valigetta piena di banconote hanno fatto visita a qualche commerciante di Nervi promettendo aiuto in caso di bisogno. È un classico: crisi di liquidità-usura. Ne è nata un´assemblea pubblica con pubblica denuncia. A parlarne si nuoce all´economia cittadina? Questa, mi si permetta di notarlo, è da sempre la prima obiezione nelle città malate di cultura mafiosa. L´economia cittadina si difende piuttosto tutelando al massimo la trasparenza, la libertà e la sicurezza del mercato, degli affari e dei singoli operatori. Non bisogna cannoneggiare su nessuno. Solo stare attenti e non dimenticare quel che già è accaduto. Il turismo non ne soffrirà. A Roma la confisca (giustamente pubblicizzata) dei beni della banda della Magliana non ha frenato né le visite al Colosseo né quelle ai Musei Vaticani. La mafia, diversamente dalla piccola malavita, non fa borseggi né rapine ai turisti. Si occupa d´altro. Questo almeno dovremmo saperlo tutti.

domenica 29 marzo 2009

Da quattordici giorni il gruppo genovese bloccato a El Arish




rivevo ed inoltro dagli amici di music for peace
pino parisi
"29 Marzo 2009 l’equipe di “Music for Peace” è per il 14° giorno bloccata ad El Arish. La situazione ha dell’inverosimile, ma purtroppo è una concreta realtà. Ambasciata e Parlamentari Italiani si sono fortemente adoperati ed interessati per permettere l’ingresso degli aiuti umanitari portati ed accompagnati dai volontari dell’Associazione. L’autorità del luogo sembra ignorare qualsiasi comunicazione proveniente da ogni istituzione possibile. Leggi internazionali sono state violate, esose cifre di denaro sono state richieste, riprese video e scatti fotografici proibiti. L’alienazione psicologica è costantemente presente sul border line. Le insensate richieste di documenti aggiuntivi sono state esaudite, ma ogni giorno, ogni ora e ogni minuto compare la necessità di un nuovo foglio burocratico o comunicazione. L’assurdo obbligo di svuotare i due container di alimenti è stato rispettato: in 4 ore Stefano, Samuele, Giuseppe e Mario hanno scaricato 38 tonnellate di generi di prima necessità per permettere l’imballaggio richiesto. Dopo tutto questo “Music for Peace” è ancora bloccata, coatta all’immobilità, costretta ad aspettare un ennesimo permesso. Ricordiamoci che i ragazzi in missione non vogliono passare il confine per una banale gita di piacere o curiosità, ma per portare degli aiuti umanitari, del semplice cibo che in questo momento è assolutamente indispensabile ai civili della Striscia di Gaza."

giovedì 26 marzo 2009

Fermiamo la produzione dei cacciabombardieri JSF


Il governo italiano sta chiedendo al parlamento il parere positivoalla continuazione della produzione di 131 caccia bombardieri JointStrike Fighters che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con unaspesa di quasi 14 miliardi di euro.Per la campagna Sbilanciamoci! si tratta di una decisioneirresponsabile sia per la politica di riarmo che tale sceltarappresenta, sia per le risorse che vengono destinante ad un programmasovradimensionato nei costi sia per la sua incoerenza (si tratta diun aereo di attacco che può trasportare anche ordigni nucleari) con leautentiche missioni di pace del nostro paese.In un momento di grave crisi economica in cui non si riescono atrovare risorse per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati evengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all'universitàe alle politiche sociali, destinare 14 miliardi di euro allacostruzione di 131 cacciabombardieri è una scelta sbagliata eincompatibile con la situazione sociale del paese.Sbilanciamoci chiede al parlamento di dare parere negativo allaprosecuzione del programma, destinando in alternativa una parte dellerisorse già accantonate a programmi di riconversione civiledell'industria bellica e agli interventi delle politiche pubbliche dicooperazione internazionale, che la scorsa manovra finanziaria hatagliato di ben il 56%.Con 14 miliardi di euro si possono inoltre fare molte altre cose inalternativa. Ad esempio si possono contemporaneamente costruire 5000nuovi asili nido, costruire un milione di pannelli solari, dare atutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazionedei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte lepiccole imprese.Il parlamento faccia una scelta di pace e di solidarietà; blocchi laprosecuzione del programma. Destini le risorse alla società,all'ambiente, al lavoro, alla solidarietà internazionale.