Ricevo ed inoltro
Pino Parisi
L'urbanistica del tappullo continua a dare il meglio di se a Genova come in tutta Italia. Che oramai le grandi opere pubbliche siano viste come un grande affare con cui signori privati ricevono imponenti finanziamenti pubblici per opere inutili o quantomeno evitabili è un dato acquisito. E' il caso dell'ospedale del ponente. Ora questa è una storia elettorale e finanziaria - di sanitario non ha nulla - che si trascina da anni, quando l'allora Presidente Biasotti decise che il nuovo ospedale del ponente si doveva fare nelle aree ex Miralanza a Rivarolo. Ovviamente non aveva consultato i suoi uffici, non aveva setito i cittadini, se l'era pensata da solo e da solo ha fatto un contratto con i proprietari dell'area - Pirelli Re - che prevede e prevedeva robustissime penali in caso di mancata costruzione. La zona era si centrale per la Valk Polcevera, ben raggiungibile e ben servita, purtroppo era troppo servita, circondata com'era da runorosissime linee ferroviarie, centri logistici, traffico ad alta intensità acustica e smog. In sostanza un sito bello per giocarci a nascondino - infatti era pieno di rumeni clandestini - ma non avrebbe mai superato le necessarie verifiche di legge.Non paghi di questa esperienza - che presto o tardi avra' effetti speciali sui conti della Regione Liguria - cambiati gli attori, il gioco resta lo stesso: dove lo facciamo l'ospedale del ponente? E giu' ipotesi e idee , in generale una piu' balzana dell'altra: da Fegino a Multedo da Cornigliano alle aree Marconi - con congruissimo guadagno per la Ericsson in prospettiva Erzelli - a chissa' dove.Ovviamente, il partito del cemento non si occupa di pianificazione , o meglio pianifica per i suoi interessi, non certo per quelli pubblici e le Amministrazioni Pubbliche dando prova di incredibile coerenza bipartisan si accodano all'opera di marketing nella speranza di raccattare voti qui o la.La domanda a cui tutti sfuggono è sempre la stessa: ma l'ospedale del ponente serve?Ecco diamo una risposta chiara e semplice: no. L'ospedale del ponente serve ai venditori di fumo , alle banche, ai costruttori, ai produttori di apparecchiature sanitarie, non serve alla popolazione.E questo lo dicono i numeri, numeri impietosi invero, che ci dicono che Genova è ben fornita di centri di eccellenza per le urgenze, non c'è un solo punto della città da cui non si possa arrivare in tempo utile in ospedale per avere le cure necessarie, e neanche mancano i posti letto per queste esigenze, quello che manca è tutto il resto. Mancano gli interventi a monte o a valle, l'assistenza domiciliare, i medici e i pediatri che vadano a casa la sera e la domenica, gli psichiatri in grado di intervenire per le urgenze festive, un controllo del territorio che impedisca le consuete risse con ferite -e ricoveri - davanti ai bar. Mancano anche i centri di riabilitazione post ospedaliera, le Residenze Assistite per anziani, giovani in difficoltà, malati terminali, mancano i centri di accoglienza per le famiglie dei ricoverati, i centri che distribuiscano i farmaci a prezzi sostenibili per i pensionati che campano con 500 euro al mese - e sono la maggioranza -. In assenza di una pianificazione fatalmente gli ospedali assumono il ruolo improprio di tamponatori del disagio e del malessere di tutta la città, ruolo che non hanno la vocazione e neanche le competenze per assolvere.Finisce che teniamo occupati per giorni e giorni posti in pronto soccorso e nei reparti, posti costosissimi per le finanze pubbliche , perchè non riusciamo, e forse non vogliono mettere mano ai veri nodi della sanita' e della assistenza, nodi che potrebbero essere affrontati a costi infinitamente piu' bassi di quelli attuali se una volonta' politica del tappullo e dello spot non lo impedisse.Gli ospedali a Genova ci sono, forse ce ne sono anche troppi, l'ospedale di Sampierdarena è un gioiellino che se potesse occuparsi di quello a cui sarebbe vocato basterebbe e avanzerebbe, poi ci sono gli altri ospedali del ponente: Voltri, Sestri, Pontex, sono piccoli e in certi casi poco funzionali, ma certo sarebbero piu' che sufficienti a rispondere alle esigenze vere , non gridate , dei residenti e comunque alcuni buoni e mirati investimenti in tecnologie e riqualificazioni edilizie basterebbero e avanzerebbero alla bisogna. Certo bisognerebbe aprire la pagina del dibattito pubblico, quella che lor signori e signorotti non vogliono aprire, mettere in chiaro numeri, priorita', vantaggi e svantaggi, quello che nessuno degli interessati al business vuol fare.Ma lor signori devono per fortuna - anche se temo non per molto - fare i conti con le leggi - quelle che non hanno ancora fatto a loro uso e consumo - e quindi la favola dell'ospedale del ponente, favola che cercano di venderci da anni restera' ancora per molto una gran bella favola.Pero' ci auguriamo che anche in questo caso la svolta impressa dalla sindaco Vincenzi nel caso della Gronda sia percorsa dalla Amministrazione Comunale e porti ad una soluzione partecipata e sostenibile del problema, i soldi ci sono, se ne potrebbero anche risparmiare molti, è la volonta' politica che latita. Andrea Agostinidel circolo nuova ecologia legambiente genova
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