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martedì 31 agosto 2010

Nuovi dati sui danni degli inceneritori... le alternative ci sono!

Non si fermano e bisogna fermarli... la lobby trasversale dei distributori di morte continua a voler costruire il proprio business bruciando risorse (materiali ed economiche, pubbliche si intente!). Le alternative possibili, concrete e fattibili che puntando su recupero-riciclo-riuso, creando occupazione, risparmio delle risorse, risparmio consistente di soldi pubblici (e dei cittadini) e tutela della salute, vengono ignorate dagli amministratori servi delle lobby degli inceneritori.
E questo avviene davanti a dati scientifici inconfutabili che dimostrano la scia di malattia e morte prodotta dalla diossina e dagli altri veleni distribuiti su larga scala dalle ciminiere con le polveri sottili, capaci di oltrepassare ogni filtro! Ecco in rassegna l'intervento della dott.ssa Gentilini sui nuovi dati disponibili, la situazione di Montale oltre ad un rapido riepilogo di alcuni conflitti di interessi nel settore (e nei movimenti) e la sciagurata linea imboccata in Liguria...



L'intervento della dott.ssa Patrizia Gentilini

Vorrei portare a conoscenza dei suoi lettori quanto emerso da un studio epidemiologico di recente pubblicato (Occup Environ Med 2010; 67, 493-499), condotto in Francia e riguardante l'insorgenza di malformazioni al tratto urinario in bambini nati da madri esposte prima del concepimento o nelle primissime fasi della gravidanza ad emissioni di impianti di incenerimento di rifiuti...
Lo studio ha identificato 304 casi di malformazioni di questo tipo diagnosticate nel periodo 2001- 2003 nel sud est della Francia ove sono attivi 21 inceneritori ed ha evidenziato, entro 10 km dalla fonte ed in base all'esposizione a diossine calcolata su un modello di ricaduta, un rischio di insorgenza di malformazioni variabile da tre a quasi sei volte l'atteso.

Ancor più interessante dello studio stesso è però l'editoriale che compare nella prestigiosa rivista scientifica in cui lo studio è pubblicato ed in cui si afferma ciò che ormai da anni noi medici ( e fortunatamente non solo noi) andiamo dicendo e cioè che questi impianti, oltre che immettere fumi in atmosfera, producono ceneri tossiche che da qualche parte vanno collocate, contribuiscono al riscaldamento globale e, soprattutto, una volta costruiti, vanno alimentati con rifiuti ed ostacolano quindi il diffondersi di pratiche molto più virtuose quali la riduzione, il recupero/ riciclo ecc.

I danni che gli inceneritori provocano sono ormai indiscutibilmente riconosciuti; nello studio condotto in prossimità dei due inceneritori di Forlì non sono state purtroppo indagate le malformazioni; tuttavia, nel livello sub-massimale di esposizione, il più popolato, si è avuto un incremento del rischio di abortività spontanea del 44%. Malformazioni ed abortività spontanea sono eventi strettamente correlati in quanto quest'ultima riflette l'azione nociva sull'embrione e sul feto delle sostanze tossiche cui la madre è esposta e che, qualora non si arrivi all'aborto, può esitare in malformazioni.

Comunque, sempre dallo studio condotto in prossimità degli impianti a Forlì, si documenta, nel livello di esposizione citato e nelle sole donne, un aumento di ricoveri per: malattie renali (oltre il 200% ) infarto, infezioni respiratorie, scompenso cardiaco ed un aumento di morte per tumori ( stomaco, colon retto, polmone, sarcomi, linfoma di Hodgkin, vescica, cervello, leucemie) e complessivamente nell'intera area esaminata ben 116 decessi oltre l'atteso fra le donne nei 13 anni presi in esame.

Tutto ciò non deve stupire se si pensa che nelle emissioni di questi impianti, nonostante l'utilizzo di tecnologie adeguate, sono comunque presenti inquinanti di ogni specie ( dal particolato, ai metalli pesanti, alle diossine). Del resto, da quanto di recente emerso sulla stampa, anche l'inceneritore di Montale non è stato da meno, se si sono registrati ben 152 morti per cancro in eccesso nei soli Comuni di Montale ed Agliana ( di Montemurlo, l'altro comune soggetto alle ricadute, non sono disponibili i dati)

E infine c'è davvero bisogno di continuare a fare studi per avvalorare ciò che il semplice e comune buon senso indica: perché continuare a spargere veleni, tanti o pochi che siano, quando ne possiamo fare assolutamente a meno?

Patrizia Gentilini

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Ed intanto da MONTALE emerge che quanto avevamo denunciato è ora confermato ufficialmente dai documenti ufficiali: i rifiuti pericolosi sono stati (e vengono) bruciati nell'inceneritore come se nulla fosse! In attesa che la magistratura proceda a chiudere quell'impianto ecco il comunicato del Coordinamento dei Comitati della Piana:

19 agosto 2010

LA TRASPARENZA DELLA PROVINCIA DI PISTOIA .....
OVVERO COME TACERE IN MODO VERGOGNOSO

In molti ricorderanno l'operazione trasparenza messa in piedi nel maggio di questo anno dalla Provincia di Pistoia, dai Sindaci di Agliana, Quarrata, Montale, dalla ASL e dall' ARPAT di Pistoia.

Con gran pompa, misero in piedi tre visite guidate all'impianto e alla fine (il 29 maggio) anche un convegno, il tutto era per dimostrare come l'inceneritore di Montale, gioiello e vanto delle locali amministrazioni, fosse assolutamente sotto controllo, ben diretto dagli attuali gestori e assolutamente innocente rispetto alla pesante contaminazione da diossine e PCB riscontrata in tutta l'area di ricaduta dell'inceneritore.

A poco valsero, in quegli stessi giorni, le denunce sulla contaminazione del latte materno, sul pesante inquinamento da diossine delle acque, sulla mancate emissioni delle ordinanze di divieto di consumo e commercializzazione dei cibi prodotti nelle aree di ricaduta dell'impianto. A nulla valse l'imponente manifestazione regionale del 22 maggio che si svolse proprio a Montale per dire "basta all'incenerimento", e per chiedere una gestione dei rifiuti più sicura per la salute, più economica per le tasche dei cittadini e che garantisse minore spreco di risorse.

Eppure, proprio in quei giorni, mentre pubblicamente si vantava l'innocenza dell'impianto e la trasparenza della Pubblica Amministrazione, nel segreto delle stanze si correva ai ripari per cercare di mettere una pezza al disastroso sistema di gestione dei rifiuti ospedalieri pericolosi, per intercettare i quali, non veniva fatto assolutamente nulla.

Il dubbio che all'inceneritore di Montale arrivassero rifiuti pericolosi e che questi venissero trattati in maniera non adeguata, era stato avanzato dai comitati in più occasioni, purtroppo la sdegnosa supponenza della Provincia, aveva sempre ignorato il problema.

Evidentemente non eravamo i soli a nutrire fondati dubbi !

Da alcuni giorni sul sito della Provincia di Pistoia, e con inescusabile ritardo, è apparso un poderoso carteggio che dimostra come fino ad oggi i rifiuti pericolosi siano entrati nella bocca dell'inceneritore e siano stati inceneriti, senza le dovute precauzioni.

Nel carteggio pubblicato sul sito della Provincia si legge che puntuali rilievi in merito alla mancata verifica dei rifiuti, compreso la quantificazione e rendicontazione dei rifiuti ospedalieri e di quelli industriali pericolosi, che devono essere intercettati, per rispettare la legge, prima della loro combustione, erano già stati mossi dalla ASL nel novembre del 2009 (lettera del Dott. Bolognini del 13 novembre 2009 ) e che sulla base di tali rilievi, se da un lato la Provincia minacciava azioni legali contro il Dott. Bolognini (responsabile evidentemente di fare bene il suo lavoro), dall'altro si affrettava a fare sopralluoghi e a convocare tavoli tecnici per verificare di quanto si discostasse la gestione corrente dei rifiuti, da quella prevista dalle norme nazionali e regionali e indicata anche (se pur parzialmente ) nell'autorizazzione Integrata Ambientale (AIA).

Ebbene con l'Ordinanza n° 2447 del 6 agosto Prot. N° 115082, la Provincia di Pistoia ammette quello che pubblicamente ha sempre negato, cioè che nel forno dell'inceneritore sono sempre entrati, senza alcuna precauzione, e inceneriti rifiuti pericolosi.

La cosa è senza dubbio sconcertante, ma ancora più sconcertante è la constatazione della vergognosa doppiezza di cui sono capaci i rappresentanti delle istituzioni che, ben sapendo che tutta l'area è contaminata e che tale contaminazione è causata da quel maledetto inceneritore che per sua natura, ma anche per una cattiva gestione, arreca gravi danni alla salute dei cittadini, continuano a spendere la loro faccia, che evidentemente a questo punto costa veramente poco, per garantire che tutto va bene!Come possono pretendere di tranquillizzare la popolazione se nonostante lo spudorato e costante sostegno all'inceneritore, loro stessi sono stati costretti nel giro di pochi mesi ad emettere ben 3 ordinanze e due atti di diffida per tentare di correggere la cattiva gestione dell'impianto?

Un impianto fuorilegge, come si può leggere dal verbale della seduta del 24 gennaio 2010, dove chiaramente si dice che l'inceneritore ha bruciato rifiuti pericolosi, nonostante non sia autorizzato a farlo.

Già questo semplice fatto imporrebbe il sequestro e la chiusura, così come è avvenuto per altri impianti in Italia, ad esempio a Terni.

Confidiamo, a questo punto, nel dovuto intervento, seppur tardivo, della Magistratura.

Quanto poi agli amministratori pistoiesi, nel ribadire la nostra totale sfiducia nei loro confronti , vogliamo mettere in guardia Sinistra Ecologia e Libertà, che ha recentemente rimproverato l'Assessore Fragai di aver espresso l'intenzione di raddoppiare l'inceneritore, (che si dimostra sempre più essere un bidone), senza aver atteso l'esito delle relazioni conclusive di ASL e ARPAT, circa le reali intenzioni di chi ci governa che, a prescindere dai risultati che comunque ci sono di già e sono assolutamente preoccupanti, si stanno accingendo a passare il "bidone" alle imprese "amiche" ( l'emiliana Hera ) o alla multinazionale di turno (la francese Veolia che ha già dato prova di sé a Pietrasanta).

Questo è il futuro che ci aspetta se partiti, associazioni e semplici cittadini continuano a preferire le favole alla realtà.

Coordinamento dei Comitati della Piana FI - PO - PT


E sempre da Montale la relazione della ASL di Pistoia evidenzia un dato fortemente anomalo: c'è un eccesso di di morti di tumore nei comuni dove è maggiore la ricaduta dell'inceneritore di Montale.
Ma la ASL "oscura" questi dati dimostrando un grande "virtuosismo" statistico.
Anche questo faceva parte della famosa "operazione trasparenza" messa in piedi dalla Provincia di Pistoia. Lo dichiara il Dott. Bolognini, al quale i vertici aziendali della ASL avevano (a mezzo stampa) attribuito "l'approvazione, in ogni suo punto della Relazione Sanitaria" che invece, in quella stessa seduta, aveva presentato una sua relazione di dissenso pubblicata sul sito dell'ordine dei medici nel mese di luglio 2010 e che denunciava proprio un incremento di tumori nell'area di maggior ricaduta dell'impianto.
Qui il testo integrale della nota del Dott. Bolognini, pubblicata oggi dal quotidiano La Nazionale - formato .pdf - clicca qui

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Infiltrazioni e conflitti di interessi, minano i movimenti ed in Liguria...

E davanti a questi dati devastanti, prosegue il gioco sporco dei signori degli inceneritori. Non sanno più cosa inventarsi...
I dati taroccati grazie all'occupazione politico-lobbista di Aziende Sanitarie e Agenzie per l'Ambiente, create e forgiate come braccio politico delle Amministrazioni.
Le infiltrazioni nei movimenti ormai sono la prassi tanto che qualcuno spaccia Capannoli come esempio positivo quando invece è sempre la solita grande "truffa" del ciclo integrato...
A Genova non si è ancora sciolto il nodo di Federico VALERIO, ambientalista (sic) che siede, nominato da AMIU, nel Cda di AMIU Bonifiche, è nell'Isde ed all'Ist ma difende i dati taroccati di ARPAL...
A Modena c'è Vanni BULGARELLI, consulente del progetto "Le città sostenibili. Storia, natura, ambiente' del Comune di Modena" e coordinatore scientifico del gruppo di lavoro di Agenda 21 nazionale "Città sostenibili", come se nulla fosse, peccato che è il Presidente di HERA MODENA! Con questa pratica e questi "innesti" nei movimenti hanno "bruciato" anche il concetto di "rifiuti zero" che ormai viene usato da tutti, svuotato dal suo significato, per garantirsi una facciata di "civiltà".

In Liguria si stanno progettando "centrali a biomasse-modificabili-in inceneritori" in ogni dove, vi sono progetti per inceneritori vari (chiamati al vario modo, nonostante la sostanza non cambi come ci ricorda l'Unione Europea, dalle amministrazioni: modificatori molecolari, gassificatori e via discorrendo). A Genova AMIU ha già lanciato il bando per la costruzione dell'impianto che graverà sulle tasche dei cittadini, oltre che sulla salute e l'ambiente, visto che ogni combustione produce sostanze devastanti, come la diossina!!!) e che produrrà una ricaduta su ampia parte della città così da essere l'ennesima macchina perfetta per la distribuzione di cancro e patologie varie!

Eppure le alternative concrete e fattibili ci sono... ecco un altro video in cui ne parla la Dott.ssa Gentilini:



Fonte articolo: casadellalegalita.org

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