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lunedì 24 novembre 2008

DALL' URBANISTICA DEL TAPPULLO ALL'URBANISTICA CREATIVA


.... UN PO' COME LA FINANZA E COL RISCHIO DEGLI STESSI DEVASTANTI EFFETTI

di Andrea Agostini

Le buone regole dell'urbanistica che insegnano a scuola prevedono come elementi prioritari una strategia pubblica dell'uso del suolo e una politica delle aree come elemento strategico per una pratica di gestione del territorio metropolitano che sia armonioso e in sintonia con le pratiche europee e in netta discontinuità col pasticciatissimo passato.
La decisione dell'Amministrazione di fare cassa cedendo significative e importanti proprieta' pubbliche con l'aggiunta di una variante di destinazione d'uso per favorirne la migliore collocazione sul mercato immobiliare è una cosa che avremmo voluto non vedere.
Dopo un anno di urbanistica del tappullo per inseguire e lenire ( ove possibile ) le sciagurate scelte della Amministrazione Pericu le mosse della Amministrazione Vincenzi sono per adesso non meno negative.
Con la scusa ( buona per tutte le stagioni e infatti largamente utilizzata nell'ultimo decennio ) di incassare 28 milioni di euro per salvaguardare le fasce deboli, un' altro pezzo importante di proprieta' pubbliche finirebbe per ingrassare i profitti della speculazione immobiliare. E di questo passo quando non ci sara' piu' niente da vendere: ne' le rimesse a Boccadasse, ne' lo stadio a Marassi, ne' le aree dei parchi pubblici, quale sara' l'ingegnoso sistema per perpetuare una politica liberista con scuse di sinistra?
Le aree di via Bertani,quelle del Campasso, cosi' come a Coronata, dell'Ilva di Voltri, le scuole di Sturla e di Sestri, le scuderie di villa Rossi a Sestri, il capannone della Crociera sono una opportunita' piu'unica che rara per iniziare con una politica delle aree pubbliche che restituisca a quei quartieri servizi e spazi di socialità e anche di lavoro per le nuove generazioni .
Inoltre la paventata variante di destinazione d'uso per l'istituto San Raffaele di Coronata, che ricordo è servito a generazioni di anziani del ponente non solo toglierebbe un servizio essenziale, ma andrebbe a collidere col progetto Erzelli insieme con l'immobile di via Giotto e alle ventilate modificazioni di destinazione d'uso delle limitrofe aree Esaote, e Marconi-Ericsson, alle case nuove previste ( sempre in variante da uso industriale a uso residenziale ) in via dell'Acciaio e altro ancora. Non una speculazione, ma una speculazione al cubo, a costi per le casse pubbliche enormi e difficilmente stimabili in termini di infrastrutturazioni e servizi alle persone. Pochi soldi entrerebbero da una parte per uscire a fiotti dall’altra e per un tempo stimabile in decenni.
L'edificio di via Bertani si è costruito negli anni un ruolo centrale nei processi di aggregazione culturale e sociale non solo giovanile nel centro cittadino. Al momento non esiste alcuna alternativa in zona e il suo ventilato trasferimento in via Bartolomeo Bianco, in cima a un monte, senza servizi e accessibilità, escluderebbe immediatamente anziani e donne dalla possibilità di usufruirne ( in una fase in cui in centro si prospetta la chiusura del parco dell'Acquasola per parecchi anni per lavori che sono incompatibili per rumori e polveri con la permanenza di bambini e anziani ).
La zona del Campasso è da tempo una zona criticissima e l'utilizzo di quell'area a servizi cosi' come quella della Crociera sarebbe una scelta importante per spostare flussi di abitanti e di giovani dai paradisi consumistici della Fiumara a più compatibili iniziative legate all'identita' e alla cultura del territorio di Sampierdarena.
In sostanza proponiamo che le aree vincolate a servizi restino a servizi e che, se proprio si vuol collaborare coi privati, lo si faccia sulla scorta di interessi pubblici per costruire qualcosa che serva, e che permetta di ricostruire la strama sfilacciata di una coesione sociale che a Genova si sta perdendo .

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