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martedì 16 dicembre 2008

GRONDA SI GRONDA NO PARLIAMONE UN PO'


di Andrea Agostini


La recente decisione presa dalla Pubblica Amministrazione Comunale di aprire un dibattito pubblico sulla gronda di ponente, decisione condivisa e sottoscritta dal Consiglio Comunale, apre una pagina importante nella storia dei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini. Era una innovazione di cui c’era bisogno e segna uno spartiacque nella gestione della cosa pubblica in Comune, di cui da tempo si sentiva il bisogno e che la Sindaco ha inserito nel suo programma di governo con notevoli risultati sul piano elettorale.
Quindi una grande luce. Restano numerose ombre che si spera nel proseguio si possano eliminare.
Innanzitutto la legge del Debat Publique ( vale la pena ricordare proposta ed attuata dalla destra governativa di oltralpe ) parla molto chiaro: il debat publique prevede che il dibattito sia aperto sui progetti preliminari mettendo a confronto tutte le possibili varianti, compresa l’ipotesi che l’analisi del rapporto costi benefici finisca per sconsigliare l’impresa.
Questa è un’ombrona non un’ombretta. La Sindaco ha dichiarato che la Gronda deve essere fatta e che la discussione ( il debat publique alla genovese ) si fara’ ma solo per decidere dove la Gronda attraversera’ il Polcevera, in contrasto netto con una parte rilevante della sua stessa maggioranza che ha chiesto una valutazione piu’ ampia in sintonia con la legge italiana ( ed europea ) sulla Valutazione Ambientale Strategica e l’accesso alle informazioni e ai dati al momento non nella disponibilità degli enti pubblici, ma chiusi nelle ermetiche cassaforti del gestore autostradale.
Questa mancanza di dati non puo’ non generare alcuni sospetti sulle reali intenzioni della Società Autostrade che si sì, si sobbarcherebbe il costo del debat publique in salsa genovese, ma a patto che non si discuta, dati alla mano dei numeri e ancor di piu’ che il tracciato sia definito in modo da garantire a se stessa che non ci sara’ gara europea per la realizzazione della tratta ( si tratterebbe di un “ rifacimento “ dell’esistente ) e ancor di più non ci sarà gara per l’assegnazione della tratta alla societa’ che fara’ la migliore offerta per la gestione della tratta.
La questione della gronda di ponente è l’esempio palese della capacità del marketing a sostituirsi alla politica nelle questioni rilevanti di politica territoriale, perche’ nel nostro caso di numeri non si puo’ parlare perche’ non ci sono e allora via alla glorificazione di un’opera che forse ( e sottolineo forse ) è inutile e non è nell’interesse pubblico, ma resta molto costosa ( per i nostri soldi ) e molto remunerativa per i gestori.
Proviamo a delineare scenari facendo tesoro delle poche informazioni in nostro possesso e delle indicazioni programmatiche e strategiche più volte ribadite dalla Amministrazione Comunale.
Innanzitutto il porto lungo. E’ proposta consolidata della Amministrazione Comunale. Ma ecco che viene fuori un primo dato contrastante con la proposta della gronda di ponente. Da Voltri escono ( ed entrano ) ogni giorno dell’anno circa trecento venti camion ( dati dell’ Autorità Portuale ) 640 in tutto. Ora è del tutto evidente a chi si prendesse la briga di controllare de visu che i suddetti camion prendono la via del nord entrando al casello di Voltri imboccando la Voltri Alessandria. Per i traffici del porto di Voltri la Gronda non ha alcuna incidenza rilevante e in piu’ alcuni importanti imprenditori del settore e l’università di Torino coi finanziamenti di Banca Intesa San Paolo propongono la costruzione di un treno in galleria tra Voltri e Lerma che essi dichiarano in grado di trasportare 10 milioni di teu ( circa 8 volte in più di quanto oggi viene sbarcato a Genova in tutto il porto ).
Altro discorso ed altra evidenza va fatta per l’altro grande polo genovese, quello di Sampierdarena. E anche qui la decisione di ridisegnare l’area di San Benigno e l’adeguamento della galleria di Montegalletto all’ingresso di Genova Ovest dovrebbe instradare tutto il traffico su due ruote in entrata ed uscita dal porto a Sampierdarena sulla Genova Serravalle e anche in questo caso l’interesse per la gronda di ponente è irrilevante.
Se proseguiamo coi discorsi empirici basati su fatti verificabili da chiunque anche tutto il traffico legato al terminal traghetti viaggia sulla Genova Milano e non utilizza la gronda se non in maniera molto marginale.
Ma voi direte: ma c’è sempre un traffico terribile sulla linea Voltri – Sampierdarena e se non viene dal porto da cosa viene?
E qui sarebbe utile il conforto dei dati che Società Autostrade tiene ben nascosti da decenni.
Certo i camion ci sono e sono tanti, ma da dove arrivano e dove vanno?
Secondo studi dell’università di Milano per una analisi di fattibilità di una tangenziale a nord – est della città la parte piu’ considerevole di quel traffico è dovuta alla logistica intra comunale, ai camion che portano i rifornimenti da un quartiere all’altro per intenderci, alla mancanza di collegamenti pubblici competitivi con le due ruote che costringono gli utenti privati a fare un uso massiccio del mezzo privato, ad operatori della logistica insediati in maniera irrazionale all’interno di centri abitati intensamente abitati.
Ed è proprio il caso genovese. La mancata metropolitanizzazione della linea costiera ( realizzabile con un intervento sempre promesso e mai realizzato a costi di dieci e forse piu’ volte minori di quelli della gronda ) obbliga i cittadini ad usare l’auto privata con costi per i privati del tutto eliminabili – la metropolitanizzazione della ferrovia costiera sposterebbe un milione di passaggi giornalieri dal mezzo privato a quello pubblico – e ha un impatto ambientale devastante su tutta l’area metropolitana.
Per la logistica basterebbe seguire le regole che si son date molte città europee: i servizi logistici gestiti in comuità tra i negozianti attraverso i civ con prezzi al consumatore abbatturi, mezzi elettrici e a basso impatto, orari precisi non confliggenti coi picchi di traffico. Ovviamente tutto a costo zero per il pubblico, anzi con un notevole risparmio sui costi diretti ed indiretti.
E la logistica?
Be quello è un problema risolvibilissimo i centinaia di camion che ogni giorno attraversano a tutte le ore Sampierdarena per raggiungere il centro logistico limitrofo al ponte di Cornigliano operano in deroga da sempre sforando tutti i limiti acustici e di polveri sottili nei centri abitati e la stessa cosa si puo’ dire dei centri logistici di via Borzoli, degli Erzelli-Cornigliano, e dei molti altri che affliggono in violazione di leggi e norme italiane ed europee la cittadinanza.
Se controllassimo i numeri e la smettessimo con la politica delle deroghe instradando le mobilità delle persone e delle merci all’interno dei vincoli di un piano di mobilità urbana in linea con le ambizioni europee ripetutamente enunciate dalla nostra sindaco , si potrebbero risparmiare una valangata di quattrini pubblici per dirottarli verso altre e piu’ impellenti criticità restituendo a costo zero livelli di qualità della vita in città agli abitanti che da tempo e invano lo richiedono
Questa sarebbe si un’idea luminosa e nel pieno accordo con le dichiarazioni programmatiche che hanno portato al successo la sindaco.
Andrea Agostini

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