Moschea, le risposte dei Cattolici nel Vangelo e nella Costituzione
di don Paolo Farinella
Oggi, 10 dicembre 2008, ricorre il 60° anniversario della «Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo»; il 1 gennaio abbiamo ricordato il 60° della «Costituzione Italiana», la cui parte prima («Principi Fondamentali»: artt. 1-54) è universalmente considerata una delle più belle pagine di civiltà di tutti i tempi in tutto il mondo. Dopo sessant’anni si poteva e doveva sperare che i due documenti fossero diventati costume abituale di vita e cultura. Dobbiamo invece prendere atto che celermente stiamo tornando all’età della preistoria. A Genova, nonostante i due documenti che avrebbero dovuto sancire il livello irreversibile della nostra cultura e della nostra civile maturità, stiamo ancora a discutere se cittadini e/o immigrati di religione islamica possano o non possano costruirsi un luogo di culto, chiamato «Moschea», termine derivato dallo spagnolo «Mezquita» che traduce l’arabo «Masjid», luogo dove si compiono le prostrazioni obbligatorie durante la preghiera. E’ il segno più grave della nostra involuzione civile.
Il 25 gennaio 2009 per i cattolici ricorrerà il 50° anniversario dell’annuncio del concilio Vaticano II che il 7 dicembre 1965 (44 anni fa) pubblicò il decreto Dignitatis Humanae, sulla libertà religiosa, che contiene il diritto di disporre di luoghi adeguati al culto. La libertà religiosa, per il concilio, è il fondamento di ogni altra libertà. Chi appartiene al «Partito delle (?!) libertà» e non perde occasione per inginocchiarsi lascivamente davanti al clero, deve sapere che se non riconosce il diritto di qualsiasi minoranza, fosse anche una sola persona, ad avere luoghi adeguati di culto, rinnega non solo la civiltà occidentale, ma anche la millantata religiosità e non può dirsi cristiano.
Per iniziativa del Movimento «Per il Bene Comune» si è svolto ieri a Genova un convegno sulla Dichiarazione dell’Onu che ha posto in primo piano il diritto di ciascuno, specie dei poveri, a vedere realizzati i propri diritti in una città dove ognuno sia persona e non un ingranaggio anonimo. I cristiani di Genova, cardinale in testa, vangelo in una mano e Dichiarazione dell’Onu e Costituzione nell’altra, dovrebbero essere i primi a difendere il diritto dei credenti musulmani, come di qualsiasi altra religione, ad avere non una, ma tutte le moschee necessarie alle loro esigenze. Lo esigono il Diritto e la Democrazia, lo impongono la Civiltà e la città degli Onesti e dei Liberi.
Il 3 dicembre si è svolta a Palazzo Rosso una conferenza stampa degli assessorati alla promozione della città di Genova di Comune e Provincia con la presenza rilevante di Nando Dalla Chiesa, consigliere del Sindaco. Beh! a me è parso che la montagna abbia partorito un topolino piccolo piccolo, ma molto piccolo dal titolo «Il tempo dei presepi». Due assessorati e un consigliere hanno predisposto un manifesto, affastellando «di tutto e di più» senza una logica interna. Per la zona Genova Centro Est, tra i 16 concerti proposti ne hanno scelto «motu proprio» alcuni a caso, dimenticandosi di citare il CIV-San Bernardo che da solo, ormai alla III edizione, organizza ben 6 concerti, uno in ogni chiesa della zona. Vorrebbero chiamare cultura la fatica degli altri che operano realmente sul territorio e su cui «lorsignori» sanno solo metterci in cima il cappello della festa senza fatica e senza impegno, solo a Natale.
Giovedì 4 dicembre il nostro giornale ospitò un intervento di Alessandra Ballerini e Don Andrea Gallo, difensori d’ufficio di Nando Della Chiesa, in risposta, immagino, ai miei plurimi richiami critici. Essi infatti così attaccano: «In riferimento ai recenti attacchi nei confronti di Nando Dalla Chiesa …» e via una elegiaca ovazione al consigliere per la promozione di Genova. Mi fa piacere che si discuta della città, ma con tutto l’affetto e la riverenza per don Andrea e la stima per Alessandra (che non conosco), mi preme dire che non ho capito, per mio limite, l’obiettivo dell’intervento che oltre ad affermazioni generiche non ha portato alcun fatto rilevante degno di nota.
Postilla. Il padrone del governo, maggioranza e opposizione, che non ha mai azzeccato una previsione e/o una soluzione politica, specialmente in campo economico, continua a dire agli Italiani che «va tutto bene madama la marchesa!» e che devono spendere e consumare anche quello che non hanno. Qualcuno gli dica, per favore, come stanno le cose. Intanto per prudenza, consiglio i due lettori di questa rubrica a fare esattamente il contrario: risparmiare se si può, perché le vacche magre dimagriranno ancora e naturalmente sarà tutta colpa di Prodi e dei comunisti.
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