A Genova si contano una trentina di parchi e un paio di centinaia di giardini, giardinetti, giardinoni.
E parliamo del solo patrimonio pubblico, se poi aggiungiamo le areee semipubbliche - ospedali, fondazioni, ecc. ecc. - e quelle private, i numeri decollano in maniera vertiginosa.
Sono un patrimonio fondativo dell'identità della citta', una leva fondamentale per misurare e migliorare la qualità di vita , l'ambiente, la salute, la socialità nella nostra Genova.
Dopo un paio di decenni di sostanziale abbandono e di svendita di aree di preziosissimo verde agli interessi della speculazione edilizia la situazione è drammatica e certo vanno trovate e approntate soluzioni.
Quelle di cui si parla sono pero' figlie della stessa cultura, affidare porzioni pregiate del bene pubblico e della storia di Genova ai privati o ai semi privati - le presunte fondazioni - che gestendole imprenditorialmente ne dovrebbero valorizzarel'immagine, recuperare il recuperabile e restituirgli l'antico splendore.
Rumors insistenti parlano di una operazione siffatta per il parco di villa Grimaldi a Nervi ( e il suo roseto ).
Si tratterebbe di investire un mucchio di soldi - pubblici guarda un po' - per rimettere in sesto la struttura e poi chiuderla e affidarla ai privati che la gestirebbero facendo pagare un biglietto e utilizzandola per manifestazioni e cerimonie private - a pagamento -.
La questione non è accettabile per una serie di motivi:
L'utilizzo di risorse pubbliche per risanare un bene pubblico per poi affidarlo ai privati è un non senso economico, giuridico, politico.
Si fa a pezzi una struttura storicamente definita ( si parla dei parchi di Nervi non di un solo parco ) consegnando ai privati il gioiello e abbandonando al loro degrado gli altri due.
I privati hanno gia' ampiamente dato cattiva prova di se nei parchi
( ricevimenti alla Gam con auto parcheggiate dentro i parchi, gazebo e varie strutture innalzati senza nessuna preventiva autorizzazione, camion frigo ( per i ricevimenti ) lasciati per ora in funzione nei parchi, calpestio delle aiuole e danneggiamenti vari senza ripristino ( uno per tutti il cancello originale eliminato e sostituito con un portellone da ferramenta a finco della Gam ).
Ma sopratutto nessuna manutenzione, nessun investimento sui parchi, solo utilizzo a fini privati delle aree alla cui difesa si ergono solo le associazioni ambientaliste ( in primis la benemerita Associazione degli Amici dei Parchi di Nervi )
Nello stesso tempo i numeri che ci vengono offerti sono incredibili l'Aster propone interventi ( spesso molto discutibili come quello recentemente attuato sulla passeggiata ) a prezzi totalmente fuori mercato senza alcuna gara
a Torino con 250 persone gestiscono tutto il verde di una città col doppio di abitanti e di estensione della nostra e con risultati che rispetto a noi sono pura fantascienza.
A Genova con piu' occupati e piu' risorse finanziarie la situazione è desolante.
Perchè è ovvio che il biglietto non e' in grado di pagare ne la manutenzione, ne il personale, figuriamoci gli investimenti.
Il rischio è affidare ai privati e vederci restituito un bene ben spremuto per fini speculativi e degradato per il prevedibile abbandono - come è il caso di villa Pallavicini a Pegli - tanto strombazzata semi - privatizzazione non sostenuta ne da risorse private ne da risorse e marketing pubblico.
Noi siamo convinti che i parchi genovesi, da Nervi a Voltri dall'Acquasola a Sampierdarena debbano essere gestiti come sistema , con processi di partecipazione delle popolazioni e delle associazioni, il tutto incardinato in un regolamento del verde pubblico e privato che li tuteli dalle razzie e dalle incursioni dei privati.
E' a partire da questo regolamento e da una discussione pubblica e trasparente che bisogna partire , non dallo spezzatino.
E parliamo del solo patrimonio pubblico, se poi aggiungiamo le areee semipubbliche - ospedali, fondazioni, ecc. ecc. - e quelle private, i numeri decollano in maniera vertiginosa.
Sono un patrimonio fondativo dell'identità della citta', una leva fondamentale per misurare e migliorare la qualità di vita , l'ambiente, la salute, la socialità nella nostra Genova.
Dopo un paio di decenni di sostanziale abbandono e di svendita di aree di preziosissimo verde agli interessi della speculazione edilizia la situazione è drammatica e certo vanno trovate e approntate soluzioni.
Quelle di cui si parla sono pero' figlie della stessa cultura, affidare porzioni pregiate del bene pubblico e della storia di Genova ai privati o ai semi privati - le presunte fondazioni - che gestendole imprenditorialmente ne dovrebbero valorizzarel'immagine, recuperare il recuperabile e restituirgli l'antico splendore.
Rumors insistenti parlano di una operazione siffatta per il parco di villa Grimaldi a Nervi ( e il suo roseto ).
Si tratterebbe di investire un mucchio di soldi - pubblici guarda un po' - per rimettere in sesto la struttura e poi chiuderla e affidarla ai privati che la gestirebbero facendo pagare un biglietto e utilizzandola per manifestazioni e cerimonie private - a pagamento -.
La questione non è accettabile per una serie di motivi:
L'utilizzo di risorse pubbliche per risanare un bene pubblico per poi affidarlo ai privati è un non senso economico, giuridico, politico.
Si fa a pezzi una struttura storicamente definita ( si parla dei parchi di Nervi non di un solo parco ) consegnando ai privati il gioiello e abbandonando al loro degrado gli altri due.
I privati hanno gia' ampiamente dato cattiva prova di se nei parchi
( ricevimenti alla Gam con auto parcheggiate dentro i parchi, gazebo e varie strutture innalzati senza nessuna preventiva autorizzazione, camion frigo ( per i ricevimenti ) lasciati per ora in funzione nei parchi, calpestio delle aiuole e danneggiamenti vari senza ripristino ( uno per tutti il cancello originale eliminato e sostituito con un portellone da ferramenta a finco della Gam ).
Ma sopratutto nessuna manutenzione, nessun investimento sui parchi, solo utilizzo a fini privati delle aree alla cui difesa si ergono solo le associazioni ambientaliste ( in primis la benemerita Associazione degli Amici dei Parchi di Nervi )
Nello stesso tempo i numeri che ci vengono offerti sono incredibili l'Aster propone interventi ( spesso molto discutibili come quello recentemente attuato sulla passeggiata ) a prezzi totalmente fuori mercato senza alcuna gara
a Torino con 250 persone gestiscono tutto il verde di una città col doppio di abitanti e di estensione della nostra e con risultati che rispetto a noi sono pura fantascienza.
A Genova con piu' occupati e piu' risorse finanziarie la situazione è desolante.
Perchè è ovvio che il biglietto non e' in grado di pagare ne la manutenzione, ne il personale, figuriamoci gli investimenti.
Il rischio è affidare ai privati e vederci restituito un bene ben spremuto per fini speculativi e degradato per il prevedibile abbandono - come è il caso di villa Pallavicini a Pegli - tanto strombazzata semi - privatizzazione non sostenuta ne da risorse private ne da risorse e marketing pubblico.
Noi siamo convinti che i parchi genovesi, da Nervi a Voltri dall'Acquasola a Sampierdarena debbano essere gestiti come sistema , con processi di partecipazione delle popolazioni e delle associazioni, il tutto incardinato in un regolamento del verde pubblico e privato che li tuteli dalle razzie e dalle incursioni dei privati.
E' a partire da questo regolamento e da una discussione pubblica e trasparente che bisogna partire , non dallo spezzatino.
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