A te
che ti sei sottratta
ai cannibali
con la tavola imbandita
agli sciacalli
con il plastico della tua prigione
ai malvagi
con le fiaccole della cattiveria.
A te
che sei andata
dove volevi essere
dove sei sempre stata.
A te
che sei evasa
da ogni dio onnipotente
con il camice bianco
con la tonaca nera
con la stilografica blu
bramosi del tuo corpo
di donna silente
furiosi della tua libertà
di donna amante.
A te
che ora puoi sorridere
guardandoli sbranarsi
sulla preda sparita
sentendoli ululare
disperatamente soli
sul nulla che da sempre
avvolge le loro vite.
A te
che sei stata
e finalmente sei.
Una carezza.
Silenziosa.
Marco
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