Nel comunicato della società Sistema Parcheggi, che tra pochi giorni avvierà i lavori di realizzazione del parcheggio sotterraneo dell´Acquasola, si parla soltanto di sostituzione dei platani sofferenti di una forma particolare di cancro delle piante.Ma gli ambientalisti sono soprattutto preoccupati dal previsto trapianto di almeno 70 platani. « E´ un´operazione che oltre ad essere molto costosa è destinata a fallire», accusa Andrea Agostini di Legambiente.Qualche perplessità le nutre anche l´architetto Annalisa Calcagno Maniglio, uno dei massimi esperti di paesaggio genovese.La docente due anni fa aveva fatto parte di uno speciale organismo di esperti, l´Osservatorio per l´Acquasola, voluto dal Comune per studiare il progetto del park. Gli altri erano esperti di botanica e geologia come l´ex dirigente dell´ufficio parchi comunale Ettore Zauli. E poi altri nomi di peso come quelli di Oddone e Bruschini, entrambi assieme a Zauli citati come esperti "interpellati" dalla Sistema Parcheggi favorevoli al loro progetto.«Da quanto leggo vedo che hanno recepito alcuni dei nostri numerosi consigli» dice la professoressa Maniglio Calcagno che poi aggiunge «Certo è che sul trapianto ho anche io molte perplessità. Difficile immaginare alberi di decine di metri che attraversano la città destinati ai vivai che li ospiteranno per tre anni per poi tornare nel parco. E poi vorrei sapere cosa faranno di tre lecci di enorme valore naturalistico che per le loro caratteristiche è impossibile trapiantare».«Infine - conclude l´architetto - vorrei che ci si ricordasse che l´Acquasola non sono solo gli alberi. E´ un parco con elementi paesaggistici e architettonici di grande rilevanza e mi chiedo s eil progetto terrà conto anche di questi aspetti».La docente universitaria attende ora una convocazione.«Eh - spiega - perché - il nostro incarico prevedeva anche di monitorare con attenzione la fase di esecuzione dei lavori. Fino ad oggi nessuno mi ha cercata. Io sono pronta».Intanto arrivano altri commenti critici al via libera degli uffici tecnici comunali ai lavori - che comporteranno anche per il trapianto dei platani due mesi di chiusura totale da dicembre a gennaio -. Antonio Bruno, capogruppo di Sinistra Europea-Rifondazione a Tursi spiega : «Oltre all´aspetto ambientale, la realizzazione del parcheggio va proprio contro la filosofia dei piani della viabilità. Si è sempre detto che bisognava incentivare i parcheggi decentrati per alleggerire il centro città dal traffico e, invece, con l´Acqausola e il parcheggio a rotazione in previsione in piazza Dante si va proprio in senso opposto. Un´altra polpetta avvelenata ereditata dal passato, ma alla a furia di mangiarle resteremo tutti intossicati».
sabato 30 agosto 2008
giovedì 28 agosto 2008
Azione diretta non violenta contro la guerra
27 Agosto 2008
Piazza De Ferrari
PBC presente
Con 90 figure poste a terra abbiamo rappresentato simbolicamente i 90 morti dell'ultimo bombardamento sull'Afghanistan.
Abbiamo voluto far vedere quante sono 90 persone.
Sono molte. E vogliamo che si veda che ciascuno di loro ha lasciato "qualcosa" dietro di sè.
Sono le vittime dell'ultimo massacro della NATO in Afghanistan.
Ma riusciamo a renderci conto di "quante" sono 90 persone?
Persone vere, non numeri: donne, bambini, ragazzi. Che hanno lasciato dietro di sé ricordi e rimpianti...
Abbiamo provato a renderli "visibili", sia pure in modo simbolico.
Esigiamo che finisca immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan-
E' una guerra criminale, che fa soprattutto vittime civili.-
Non serve a combattere il terrorismo, né a cercare Bin Laden- E' esplicitamente vietata dalla costituzione italiana
Circa Cinquanta bambini sotto i quindici anni, circa 20 donne ed altrettanti uomini straziati dai cacciabombardieri: è questo il bilancio dei "danni collaterali" di un raid della coalizione a guida americana contro la guerriglia afgana ad Azizabad, nel distretto di Shindand, nella provincia di Herat.
Anche i Taliban, che erano obiettivo del bombardamento, sono stati colpiti: i jet americani hanno ucciso 29 "studenti coranici". Ma se l' annuncio che sul terreno era rimasta una trentina di miliziani è arrivato puntuale dalle autorità militari, per la denuncia della strage di civili c' è voluta una nuova presa di posizione del ministero dell' Interno afgano(.........). La nuova strage da parte della coalizione a guida Usa, _ancora una volta nella zona di responsabilità italiana_, è un ennesimo mattone che si abbatte anche sulle truppe dell' altra missione internazionale, l' Isaf a guida Nato, nel momento in cui sul terreno la rinnovata offensiva dei Taliban, con uso generalizzato di kamikaze, provoca non poche difficoltà. (......)Dall' inizio dell' anno, secondo i conti dell' Associated Press, i militari stranieri morti sono stati 178, mentre gli afgani sono almeno 3400
lunedì 25 agosto 2008
Fate che sono vostri parenti...
Ricevo e pubblico volentieri un articolo di Doriana Goracci
Fate che sono vostri parenti, conoscenti, concittadini, vicini…Quelli a noi vicini fanno schifo, puzzano d’aglio e pisciano contro i muri. Anche a me fanno schifo, quelli che la guerra la portano, e là ricostruiscono, le loro nuove fortune. Metteteli a terra, uno vicino all’altro, quelli piccoli prendono poco spazio. Settantasei civili, tra cui 19 donne e 50bambini di età inferiore ai 15 anni, sono stati uccisi in Afghanistan da un bombardamento della coalizione militare guidata dagli Stati Uniti. Molti sarebbero anche i feriti, alcuni in condizioni molto gravi.
Il massacro, secondo quanto denunciato dal ministro dell’Interno afghano,è avvenuto a Shindad, nella provincia di Herat, a ovest del Paese. Altri dieci civili (un neonato, quattro bambini, una ragazza e quattro donne, di cui una incinta) sono stati ricoverati ieri mattina nel centro chirurgico di Emergency, a Lashkargah, nel suddell’Afghanistan, dopo essere stati feriti dalle schegge dei razzi caduti sulla loro casa durante una festa di matrimonio, nella provinciadi Helmand. I parenti delle vittime hanno parlato anche di un“imprecisato, ma notevole, numero di morti”, affermando che i responsabili del bombardamento sarebbero i soldati inglesi. La notizia è riportata da Peacereporter.
Qual’è la nostra Missione Militare in Afghanistan? “L’Italia conferma il suo impegno” in Afghanistan perché “la lotta al terrorismo ha ancora bisogno della comunità internazionale”. E’quanto ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in una intervista al Tg1 dopo che oggi delle bombe hanno ferito tre alpini italiani. In Afghanistan, ha aggiunto, c’è ancora bisogno della“Comunità internazionale”. Infine Frattini ha ribadito “solidarietà” ai soldati italiani perché “essi ci stanno facendo onore, stanno portandola bandiera italiana come bandiera di pace contro il terrorismo e l’instabilità”.
Non riconosco nessuna autorità a chi si fa complice, col voto, il rifinanziamento e il silenzio, tantomeno di questa sporca “solidarietà”con la “comunità internazionale”.
venerdì 22 agosto 2008
O pasticciere, fai il tuo mestiere...
Il ministro La Russa annuncia:
"militari nei cantieri contro le morti bianche"
«Ho pronto un disegno di legge per la sicurezza sui cantieri di lavoro. In risposta all'appello del presidente Napolitano per le morti bianche intendo irrobustire il controllo sui cantieri, da parte dei carabinieri, con ispezioni a tappeto ma anche a campione. Debbo ancora parlare con il Ministro dell'Interno. Penso a Nucleo di Carabinieri, ma anche ai soldati al loro fianco finalizzato a controlli a sorpresa. Ci vuole una presenza forte per invertire questa tendenza, chiamiamola culturale o di abitudine. per me questo è un problema tanto importante quanto la criminalità».
Questa è la dichiarazione rilasciata dal ministro della Difesa Ignazio La Russa al quotidiano La Sicilia.
Ricevo e pubblico volentieri la risposta del direttore di PeaceReporter Maso Notarianni
Caro ministro,
La ringraziamo per l'attenzione che ha deciso di dedicare al dramma delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro. Una piaga che è tra le peggiori nel nostro Paese, ben più grave della sensazione di insicurezza che, grazie alla propaganda del suo governo, dell'opposizione e di buona parte dei mezzi di informazione i cittadini sentono.
Ben venga dunque qualsiasi iniziativa volta a far cessare questa strage che vede l'Italia al primo posto tra i paesi occidentali per morti bianche.
La nostra però non era una proposta seria, era una seria provocazione. Ovviamente, così come non servono nelle strade perché privi di qualsiasi strumento, i militari non servirebbero nemmeno nei cantieri, perché non potrebbero operare nel concreto. Altro discorso sono i Carabinieri, che invece hanno strumenti utili a controllare e a reprimere le irregolarità e le violazioni che nei cantieri e altrove causano tanti incidenti. Lo fanno da tempo, e se avessero qualche risorsa in più, lo farebbero meglio.
Quello che speriamo, peraltro è che i militari che lei, ministro della Difesa avrebbe deciso di utilizzare per il controllo dei luoghi di lavoro, siano gli stessi che ha già inviato nelle strade del nostro Paese. Facendolo diventare - secondo un autorevole quotidiano britannico - tanto simile alla Colombia da essere unito al Paese latinoamericano da una "sottile linea verde" militare.
Esiste già, e fin dal 1929, un apparato preposto al controllo del rispetto delle normative sui luoghi di lavoro: sono gli Ispettori del lavoro. Ma questo apparato, che ha tutti gli strumenti e soprattutto le conoscenze tecniche e giuridiche per portare avanti bene il suo fondamentale compito, è da sempre sottodimensionato, privo di risorse, impossibilitato a svolgere il suo compito.
A Milano si dice: "Ofelé fa el to mesté", che tradotto letteralmente suona: "O pasticciere, fai il tuo mestere". In italiano si dice "a ciascuno il suo".
Insomma, se proprio volesse il suo governo avrebbe gli strumenti per occuparsi, e con efficacia, della orrenda piaga delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro.
Noi abbiamo lanciato una provocazione, consapevoli della sua pesantezza. Ma era appunto una provocazione. Non vorremmo proprio che il nostro Paese si militarizzasse. E che la linea verde che ci unisce alla Colombia, oggi sottile, diventasse un robusto fascio.
Ben venga dunque qualsiasi iniziativa volta a far cessare questa strage che vede l'Italia al primo posto tra i paesi occidentali per morti bianche.
La nostra però non era una proposta seria, era una seria provocazione. Ovviamente, così come non servono nelle strade perché privi di qualsiasi strumento, i militari non servirebbero nemmeno nei cantieri, perché non potrebbero operare nel concreto. Altro discorso sono i Carabinieri, che invece hanno strumenti utili a controllare e a reprimere le irregolarità e le violazioni che nei cantieri e altrove causano tanti incidenti. Lo fanno da tempo, e se avessero qualche risorsa in più, lo farebbero meglio.
Quello che speriamo, peraltro è che i militari che lei, ministro della Difesa avrebbe deciso di utilizzare per il controllo dei luoghi di lavoro, siano gli stessi che ha già inviato nelle strade del nostro Paese. Facendolo diventare - secondo un autorevole quotidiano britannico - tanto simile alla Colombia da essere unito al Paese latinoamericano da una "sottile linea verde" militare.
Esiste già, e fin dal 1929, un apparato preposto al controllo del rispetto delle normative sui luoghi di lavoro: sono gli Ispettori del lavoro. Ma questo apparato, che ha tutti gli strumenti e soprattutto le conoscenze tecniche e giuridiche per portare avanti bene il suo fondamentale compito, è da sempre sottodimensionato, privo di risorse, impossibilitato a svolgere il suo compito.
A Milano si dice: "Ofelé fa el to mesté", che tradotto letteralmente suona: "O pasticciere, fai il tuo mestere". In italiano si dice "a ciascuno il suo".
Insomma, se proprio volesse il suo governo avrebbe gli strumenti per occuparsi, e con efficacia, della orrenda piaga delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro.
Noi abbiamo lanciato una provocazione, consapevoli della sua pesantezza. Ma era appunto una provocazione. Non vorremmo proprio che il nostro Paese si militarizzasse. E che la linea verde che ci unisce alla Colombia, oggi sottile, diventasse un robusto fascio.
lunedì 18 agosto 2008
Cpt o Cie che dir si voglia... non ne vogliamo!
Genova: braccio di ferro politico con il governo.
Il Vertice in prefettura sui CPT è stato voluto dal governo per cercare di capire la posizione degli enti locali, Comune e Regione in primis.
Importante anche la posizione del cardinale Angelo Bagnasco. Doppia veste la sua: presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ma anche della Conferenza episcopale ligure.
Prima del vertice, nelle stanze dell’arcivescovado, sono transitati il responsabile nazionale della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, il sindaco di Genova Marta Vincenzi, il prefetto Anna Maria Cancellieri e il questore Salvatore Presenti. Incontri separati, ma forse collegati. Andrea Riccardi, che periodicamente incontra Bagnasco anche a Roma, è considerato un esperto in materia di Rom e la comunità di Sant’Egidio è una delle poche realtà ad occuparsi dei problemi dei nomadi. Argomento che nel pacchetto sicurezza, con la schedatura dei campi rom e il rilevamento delle impronte dattiloscopiche anche ai minorenni, ha creato più di una polemica fino ad arrivare alla sospensione del giudizio fino a settembre, in attesa di avere un parere della Commissione europea.
Settembre, però, è vicino.
Altro segnale, la presenza di Marta Vincenzi. Il cardinale Bagnasco non ha mai pronunciato una parola contro la moschea, se ha avuto qualche dubbio, dicono i suoi esegeti, è stato di tipo logistico, ma non ha apprezzato le strumentalizzazioni della Lega Nord sulla realizzazione di un centro culturale interreligioso alla Commenda di Pré.
Ancora: il prefetto Cancellieri e il questore Presenti dal cardinale Bagnasco possono, ad esempio, aver ascoltato parole in libertà su come la Chiesa considera i Cie, i centri di identificazione ed espulsione, sigla che ha sostituito - anche concettualmente - i vecchi centri di permanenza temporanea. Solo a sentire il termine Cie, ad esempio, la Regione inorridisce: «Non ne vogliamo nemmeno uno perché sono diventati centri di detenzione preventiva veri e propri» anticipa l’assessore regione all’immigrazione, Enrico Vesco, invitato al vertice.
È la seconda volta in pochi giorni che la Curia di Genova diventa un crocevia di mediazione politica. A luglio lo stesso Maroni, sotto il fuoco incrociato della stampa cattolica, si era rivolto al presidente della Cei per un incontro chiarificatore. Bagnasco lo aveva ricevuto, ma non a Roma, a Genova. Oggetto della discussione il pacchetto sicurezza e soprattutto quelle “disposizioni urgenti per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi in Campania, Lazio e Lombardia” che trasformavano i prefetti di Napoli, Roma e Milano in commissari straordinari.
Ora, a distanza di poche settimane, sembra che la storia si stia ripetendo. Il vertice di Genova sulla sicurezza in Liguria con i prefetti di Genova, Imperia, Savona e La Spezia, i sindaci dei capoluoghi ed il governo della Regione anticipa di poche ore un analogo summit che Maroni dovrebbe presiedere a Roma a livello nazionale. L’argomento più scottante è senza dubbio quello sui Cie.
Il governo li vuole perché la Lega Nord li vuole. Anzi insiste. Famiglia Cristiana in prima linea (Avvenire, l’organo della Cei però sembra meno interventista), continua a criticare l’operato di palazzo Chigi sulla sicurezza. Basta guardare l’ultimo (di una lunga serie) affondo del settimanale Paolino che definisce «politica del rattoppo» quella dell'esecutivo di Berlusconi. Stoccate alle quali, pare, seguiranno querele. La prima contro il settimanale dei paolini è già stata annunciata dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Il solco si sta allargando.
Ancora: il prefetto Cancellieri e il questore Presenti dal cardinale Bagnasco possono, ad esempio, aver ascoltato parole in libertà su come la Chiesa considera i Cie, i centri di identificazione ed espulsione, sigla che ha sostituito - anche concettualmente - i vecchi centri di permanenza temporanea. Solo a sentire il termine Cie, ad esempio, la Regione inorridisce: «Non ne vogliamo nemmeno uno perché sono diventati centri di detenzione preventiva veri e propri» anticipa l’assessore regione all’immigrazione, Enrico Vesco, invitato al vertice.
È la seconda volta in pochi giorni che la Curia di Genova diventa un crocevia di mediazione politica. A luglio lo stesso Maroni, sotto il fuoco incrociato della stampa cattolica, si era rivolto al presidente della Cei per un incontro chiarificatore. Bagnasco lo aveva ricevuto, ma non a Roma, a Genova. Oggetto della discussione il pacchetto sicurezza e soprattutto quelle “disposizioni urgenti per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi in Campania, Lazio e Lombardia” che trasformavano i prefetti di Napoli, Roma e Milano in commissari straordinari.
Ora, a distanza di poche settimane, sembra che la storia si stia ripetendo. Il vertice di Genova sulla sicurezza in Liguria con i prefetti di Genova, Imperia, Savona e La Spezia, i sindaci dei capoluoghi ed il governo della Regione anticipa di poche ore un analogo summit che Maroni dovrebbe presiedere a Roma a livello nazionale. L’argomento più scottante è senza dubbio quello sui Cie.
Il governo li vuole perché la Lega Nord li vuole. Anzi insiste. Famiglia Cristiana in prima linea (Avvenire, l’organo della Cei però sembra meno interventista), continua a criticare l’operato di palazzo Chigi sulla sicurezza. Basta guardare l’ultimo (di una lunga serie) affondo del settimanale Paolino che definisce «politica del rattoppo» quella dell'esecutivo di Berlusconi. Stoccate alle quali, pare, seguiranno querele. La prima contro il settimanale dei paolini è già stata annunciata dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Il solco si sta allargando.
sabato 9 agosto 2008
Genova, Borghezio fa aprire una chiesa e giura in difesa della cristianità.
GENOVA (8 agosto)
La Curia Arcivescovile di Genova ha espresso in una nota diffusa in serata «tutta la sua disapprovazione» per il gesto dell'onorevole Borghezio, il quale in serata ha fatto aprire appositamente la chiesa medioevale chiesa di San Giovanni per giurare «di difendere sempre e comunque la cristianità dalla profanazione e dall'invasione islamica». La Curia «riafferma il principio per il quale, senza l'esplicita autorizzazione ecclesiastica, nessuno può utilizzare una chiesa cattolica per gesti o manifestazioni che non siano la preghiera personale o la partecipazione agli atti del culto cattolico».
Borghezio ha poi tenuto un comizio parlando di "pulizia etnica" , ha alzato il dito medio nei confronti del Sindaco di Genova e di tutti gli amministratori locali, infine, dopo una serie di boiate enormi ha concluso con la frase memorabile: "Ci proveremo prima con mezzi democratici, pronti però ad impugnare la spada di Giussano e a lanciare i sassi di Balilla se sarà necessario. Scateneremo a Genova un'Intifada al contrario se servirà».
Noi che eravamo tra i contestatori al discorso di Borghezio abbiamo distribuito un volantino il cui testo incollo di seguito:
Dalla Costituzione della Repubblica Italiana:
Art. 8: Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l´ordinamento giuridico italiano
A Genova vivono molte persone di religione islamica, per la maggior parte stranieri. Sappiamo bene che purtroppo molti/e genovesi sono fortemente ostili all´arrivo di immigrati._* MA IMPEDIRE LORO DI AVERE UN LUOGO DOVE INCONTRARSI E PRATICARE LA LORO FEDE NON AVREBBE CERTO COME EFFETTO QUELLO DI FARLI RITORNARE AL PROPRIO PAESE: SAREBBE SOLO UN INUTILE SOPRUSO.*_
*RISCHIO TERRORISMO? C´è chi afferma che la moschea potrebbe diventare un luogo dove pianificare operazioni terroristiche ed attentati. Basta riflettere un momento per rendersi conto dell´assurdità di questa affermazione. I terroristi e gli stragisti non possono amare i luoghi aperti al pubblico.
*MANCATA RECIPROCITA´?* C´è chi sostiene che la moschea non va costruita perché nei paesi islamici non è consentito costruire chiese. Un´affermazione facile da smentire: nella maggior parte dei paesi di religione islamica esistono chiese e sacerdoti cristiani. E comunque gli antimoschea che si rifanno al vangelo dovrebbero ricordare l´insegnamento cristiano " ama il prossimo tuo...riponi la spada...beati i misericodiosi....e via citando ....."
*COSTI?* La comunità islamica di Genova ha partecipato ad una colletta per costruire la propria moschea. A noi italiani, invece, parte del denaro per il culto cattolico è prelevato direttamente dalle tasche. Anche quanti di noi sono atei, agnostici o appartenenti ad altre religioni devono sostenere i costi dei finanziamenti alle scuole cattoliche e le mancate entrate dovute al fatto che numerose attività economiche svolte da enti cattolici sono state nel recente passato esentate dall´ICI. A proposito, quanto è costata la recente visita del papa?
*TRAFFICO?*Un problema oggettivo, in una città come Genova. E del quale si dovrà tenere conto, nell´individuare il sito adatto per la moschea. Ma qualcuno ha tenuto conto del problema traffico quando è stata organizzata la visita del papa? O quando è stata progettata la Fiumara? O quando lo stadio del calcio è stato ricostruito proprio al centro della città?
*LA COMMENDA E´ CRISTIANA E NON SI TOCCA?*Alla Commenda erano ricoverati i guerrieri in partenza o in arrivo dalle crociate. Un´encomiabile opera di pietà, oggi come ieri (Ricorda il catechismo delle prima comunione, on. Borghezio? Lo mette in pratica? "Dar da mangiare gli affamati. Dar da bere agli assetati. Vestire gli ignudi. Alloggiare i pellegrini. Visitare gli infermi. Visitare i carcerati. Seppellire i morti".....)Ma qualcuno è in grado di sostenere che le crociate furono guerre cristiane? Per farle cessare un cristiano DOC, Francesco di Assisi, partì senza armi per incontrare il sultano Melek el Kami.......Per la Genova di allora indubbiamente le crociate furono un buon affare, visto che, noleggiate a caroprezzo, erano genovesi le navi che trasportavano i crociati (mosse da galeotti islamici, è facile supporre).Come per i produttori di armi di oggi le guerre in corso sono un ottimo affare; altro che alloggiare i pellegrini. I Cavalieri di Malta, che rivendicano la "cristianità" della Commenda continuino pure a baloccarsi con mantelli e spade, ma il Comune di Genova rispetti la legge ed indichi subito un luogo idoneo alla costruzione della moschea di Genova (col minareto)
pacifisti, pacifiste ed antirazzisti
mercoledì 6 agosto 2008
VILLA ROSA: E' UNA VERGOGNA
Ricevo dal FORUM SOCIALE PONENTE GENOVESE.
La vicenda di Villa Rosa è ormai giunta al suo indegno epilogo.
Ancora una volta l’avida sete di profitto - con la complicità della più cieca ed ottusa burocrazia e della pavida inerzia degli Amministratori locali – ha avuto la meglio sui diritti e sulla salute dei cittadini, in questo caso, in particolare di quelli più piccoli.
La conseguenza è che, tra poco, assisteremo allo scempio di una parte rilevante di un PARCO PUBBLICO, per costruire una ottantina di box interrati PRIVATI, con enormi disagi e seri rischi per centinaia di bambini.
Tutto ciò, purtroppo, nella colpevole indifferenza della stragrande maggioranza dei cittadini di Pegli.
Siamo così costretti a constatare quanto siano ben tristi i tempi in cui una comunità non sa difendere i propri BENI COMUNI, anzi, non ne ha nemmeno la percezione dell’importanza !!!
Per quanto ci riguarda, oltre a continuare ad essere a fianco di quanti difendono beni comuni e diritti collettivi, proseguiremo con i nostri sforzi perché si ricostruisca una “coscienza collettiva” in grado di opporsi dal basso alla prepotenza ed all’arroganza dei cosiddetti “poteri forti”.
Ancora una volta l’avida sete di profitto - con la complicità della più cieca ed ottusa burocrazia e della pavida inerzia degli Amministratori locali – ha avuto la meglio sui diritti e sulla salute dei cittadini, in questo caso, in particolare di quelli più piccoli.
La conseguenza è che, tra poco, assisteremo allo scempio di una parte rilevante di un PARCO PUBBLICO, per costruire una ottantina di box interrati PRIVATI, con enormi disagi e seri rischi per centinaia di bambini.
Tutto ciò, purtroppo, nella colpevole indifferenza della stragrande maggioranza dei cittadini di Pegli.
Siamo così costretti a constatare quanto siano ben tristi i tempi in cui una comunità non sa difendere i propri BENI COMUNI, anzi, non ne ha nemmeno la percezione dell’importanza !!!
Per quanto ci riguarda, oltre a continuare ad essere a fianco di quanti difendono beni comuni e diritti collettivi, proseguiremo con i nostri sforzi perché si ricostruisca una “coscienza collettiva” in grado di opporsi dal basso alla prepotenza ed all’arroganza dei cosiddetti “poteri forti”.
martedì 5 agosto 2008
Ora in silenzio per la pace
I/ le pacifisti e pacifiste che partecipano all' ORA IN SILENZIO PER LA PACE ricordano che l'iniziativa si svolgerà anche il 6 agosto; come al solito sui gradini del palazzo Ducale di Genova dalle 18 alle 19. Alcuni/ e dei partecipanti a abituali stanno trascorrendo le vacanze fuori Genova; ci appelliamo perciò a chi è ancora in città e condivide le nostre ragioni.......
Aggiungiamo due buoni motivi all'invito alla partecipazione:
- il 6 e l'8 agosto ricorrono gli anniversari del primo bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki: osservando le foto di quei bombardamenti non si può non ricordare che custodiamo in territorio italiano almeno 90 ordigni atomici di proprietà degli Stati Uniti e che con gli Stati Uniti stiamo patecipando ad una guerra illegale, inutile e criminale in Afghanistan
- un forte movimento vuole impedire a Genova la costruzione di una moschea: siamo invece dell'opinione che ciascuno dovrebbe essere libero di professare il proprio credo o noncredo religioso e che ogni essere umano abbia il diritto di vivere dove vuole o di cercare lontano dal proprio paese di origine migliori condizioni di vita
sabato 2 agosto 2008
Fiaccolata il 31 Luglio contro la sentenza che antepone gli interessi militari statunitensi alla salute e ai diritti dei cittadini.
Occupata la stazione: Vicenza non si arrende all'imposizione
Dopo la sentenza del Consiglio di Stanto in migliaia alla fiaccolata dell'indignazione. Il corteo si dirige verso la stazione, manganellate della polizia contro donne e uomini a mani alzate. Ma, nonostante la violenza delle forze dell'ordine, i binari vengono occupati.
clicca qui per vedere il video
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